Sono stati presentati a Bologna i risultati definitivi dello studio “Monitor”, avviato nel 2007 dalla Regione Emilia-Romagna per indagare gli effetti sull’ambiente e sulla salute nelle popolazioni residenti in prossimità degli otto inceneritori presenti sul territorio regionale.
Tali risultati, in particolare l’incremento dei linfomi non Hodgkin nella coorte di Modena, appaiono segnali di allarme circa l’esistenza di ricadute negative per la salute nelle popolazioni esposte alle emissioni di tali impianti ed appaiono coerenti con altre segnalazioni emerse dalla letteratura. A lanciare l’allarme è Isde Italia, Associazione Medici per l’Ambiente (www.isde.it).
I maggiori rischi si registrano per neonati, cui si aggiunge “un andamento crescente della prevalenza di aborti spontanei in relazione ai livelli di esposizione” e “un andamento crescente con l’esposizione a carico della totalità delle malformazioni”. Parallelamente “la mortalità per tumore a fegato e pancreas nei maschi è significativamente associata nel livello di esposizione più elevato”, ma anche al colon, ovaio ed endometrio nelle femmine e linfomi non Hodgkin in entrambi i sessi.
Il rischio è che il quadro possa peggiorare, visti i tempi di incubazione di alcune patologie. L’Associazione ricorda che “un recente studio condotto a Seoul su quattro inceneritori che rispettano i limiti emissivi ha valutato – per soli quattro inquinanti (PM10, NOx, SO2, CO) – un carico complessivo di morti e malati di ben 297/persone anno.
L’Isde accusa inoltre la Regione Emilia-Romagna di aver minimizzato la gravità dei risultati. “Non può che destare profondo sconcerto la rassicurazione a pieno campo operata dai decisori politici con il comunicato stampa emesso dalla Giunta Regionale che letteralmente recita: “l’indagine epidemiologica condotta nell’ambito di Monitor non mostra un incremento del rischio né per patologie tumorali, né per la mortalità in generale. Rimane solo la conferma di un aumento delle nascite pre termine… Anche questo dato rimane tuttavia entro la media regionale e non è correlato a nessun aumento di rischio per la salute dei neonati”.
L’Isda replica: “A nostro avviso, ma evidentemente anche per il presidente del Comitato scientifico che ha invitato a ritirare il comunicato suddetto, i risultati di Moniter sono quanto meno segnali da non sottovalutare, tanto più che viviamo nella Pianura Padana, una delle aree più inquinate del pianeta. Pertanto, in accordo con i colleghi di Seoul, non possiamo che ribadire che nessun ulteriore aggravio per la salute umana proveniente dall’incenerimento dei rifiuti può essere considerato accettabile”.