L’insetto, alloctono, è una seria minaccia per gli alveari europei
Tra i parassiti alloctoni che minacciano il nostro patrimonio agroalimentare c’è la figura la vespa velutina. L’insetto, originario della lontana Cina, sta portando scompiglio tra gli apicoltori di mezza Italia, in particolare in Toscana ed in Liguria, dove in tanti attribuiscono le cause dell’invasione ai recenti scompensi climatici.
La presenza di queste vespe orientali rende molto difficile procedere con le operazioni quotidiane in quanto, assediando le api nei loro alveari, impediscono loro di uscire per andare a impollinare i fiori e a succhiarne il nutrimento, di fatto impedendo la fioritura nella stagione primaverile. Un altro grave pericolo per la sopravvivenza delle povere api, insetti laboriosi che mandano avanti i cicli naturali delle piante. Dopo la crisi dei neonicotinoidi usati per la concia del mais il peggio sembrava passato, ma in effetti non è così.
La vespa velutina sarebbe capace di uccidere (sono stime, il condizionale è d’obbligo) fino a 30 api al giorno e avrebbe provocato un significativo declino delle popolazioni di api in alcuni paesi europei dal 2004. Questo fenomeno mette a repentaglio i tradizionali impollinatori e, soprattutto, l’Apis mellifera da cui dipende la produzione del miele di alta qualità in Italia.
Come possiamo difenderci? Serve intensificare le azioni di contrasto alla diffusione di questa specie invasiva, perché mette seriamente a rischio la nostra biodiversità.
Da dove viene
Arrivata in Liguria nel 2012, la velutina può spostarsi di 100 Km/anno. Una rete di centraline biologiche vuole tenerla sotto controllo, per il momento è segnalata anche nell’alta Toscana.
Nella parte più critica, la zona rossa, l’area è stata disseminata con più di mille trappole per vespe e nella zona è attivo un sistema di avviso e invio di speciali squadre di bonifica per distruggere i nidi.
Esiste poi la zona gialla, che è quella in cui lai Vespa velutina potrebbe diffondersi nei prossimi anni. Da un nido di calabrone asiatico infatti possono gemmare, l’anno successivo, almeno 30-40 altre colonie. In questa zona è attiva una rete di monitoraggio capillare, composta da una moltitudine di alveari sentinella – molti dei quali appartenenti alla rete BeeNet, la rete nazionale di monitoraggio e allerta sulla salute delle api – integrati da decine di alveari messi a disposizione dalle associazioni locali di apicoltori.
Dov’è la velutina in Europa?
In inverno le regine del calabrone asiatico sono nascoste in posti riparati e asciutti (ad esempio nelle cataste di legna). Tra febbraio e maggio, nelle giornate primaverili calde e soleggiate è possibile osservare le regine in volo che si nutrono sui fiori per accumulare le riserve energetiche necessarie a fondare nuove colonie. Da marzo è possibile trovare le regine davanti agli alveari per catturare le api necessarie a nutrire le prime larve. Spesso si possono vedere i nidi primari su manufatti umani.
Le vespe in estate
I nidi secondari crescono molto rapidamente come dimensione e come popolazione, ma sono meno visibili (spesso ad altezze superiori ai 5 metri). Le vespe operaie sono spesso davanti agli alveari, a caccia di api.
Cosa succede tra agosto e novembre
In questo periodo i nidi secondari raggiungono il loro massimo sviluppo, con 400-12.000 individui, e sono quindi più facilmente individuabili. Gli alveari sono assediati dalle vespe cacciatrici.