L’introduzione di specie animali o di piante da altri Paesi può rivelarsi pericolosa e dannosa. Essa avviene, di solito, per scopi commerciali e può causare danni per il patrimonio ambientale con il rischio della perdita delle forme autoctone di animali e vegetali.
Inconsapevolmente, il commerciare specie diverse, come le piante, può sviluppare habitat sconosciuti e con essi il pericolo che nuove forme di vita possano trovare le condizioni ideali per adattarsi e prolificare. Le creature più numerose della Terra sono gli insetti. Essi appartengono ad un gruppo d’invertebrati. Diversi insetti sono portatori di malattie e questi, nel corso della vita, hanno segnato la storia e il cambiamento delle strutture sociali dell’uomo.
Prima dell’uso degli insetticidi le persone morte per le malattie causate degli insetti erano pari a quelle morte in guerra. La peste (la grande morte), epidemia che imperversò in tutta Europa tra il 1347 e il 1353, uccise almeno un terzo della popolazione del Continente europeo. Il tifo, malattia causata dalle pulci (parassiti dei ratti), sterminò nel 1812 l’esercito di Napoleone, mentre tentava di invadere la Russia. La febbre gialla (febbre delle Antille), alla fine dell’800, fu la causa della sospensione dei lavori del Canale di Panama, per la morte di circa 20.000 lavoratori.
Negli oceani, circa 3.500 milioni di anni fa, vivevano organismi unicellulari come molluschi e trilobiti (Artropodi primitivi). I primi Artropodi marini sarebbero in seguito diventati i primi animali terrestri (420 milioni di anni fa), grazie allo svilupparsi delle forme vegetali nelle terre emerse. La scoperta dei primi fossili fa risalire a circa 250 milioni di anni fa la presenza dei primi insetti. Oggi gli insetti sono considerati per alcuni casi un grosso problema. Si stima che circa il 20% delle produzioni agricole sia distrutto da insetti erbivori, ma essi sono anche portatori di malattie che colpiscono l’uomo e gli animali. Alcune specie sono innocue e contribuiscono allo sviluppare forme di vita, in simbiosi con il mondo vegetale, com’è il caso dell’impollinazione delle api e di altre specie che poi producono utili derivati, come il miele, la cera, la seta, gli oli, le medicine naturali, le cure e le tinture per i tessuti.
Il controllo dei parassiti effettuato con l’ausilio di alcuni insetti, come le coccinelle, rientra in un contesto naturale e biologico, che cura e previene alcune malattie per le piante e per i frutti. In alcuni Paesi sono anche fonte di cibo, come le cavallette, i grilli e le larve e gli Artropodi sono utilizzati nella ricerca scientifica, in quanto aiutano a capire la genetica e il comportamento animale.
Gli insetti sono le prime specie apparse sulla terra ed oggi costituiscono il 50% di tutte le specie attualmente stimate e quelle ancora da classificare. Sono circa 4 milioni e questo testimonia il loro successo e la loro capacità evolutiva. In Sardegna, come in altre parti del mondo, ancora oggi si sente parlare di pericolosi insetti, portatori di morte e malattie, che provengono da altri Paesi. L’apertura del commercio internazionale sempre più massiccio contribuisce involontariamente all’introduzione d’insetti sconosciuti; di solito arrivano come larve o uova all’interno dei container e poi riescono con facilità a svilupparsi e a adattarsi anche in condizioni ambientali sfavorevoli.
La presenza di questi insetti è motivata anche dall’acquisto sconsiderato di piante sconosciute, semi, torbe e fiori alieni (pericolosi) e in ciò ha gran colpa l’uomo. Ma esistono altre motivazioni, come quelle naturali, caratterizzate dalle migrazioni degli uccelli come per esempio il diffondersi dell’aviaria. Così come per la febbre del Nilo (la West Nile virus) che fu isolata per la prima volta nel 1937 in Uganda, pericolosa per l’uomo e per gli animali.
Pare che negli Stati Uniti nel 2002 vi furono 15.000 casi di West Nile, solo nei cavalli. La West Nile è ora arrivata anche in Sardegna. E’ da considerare, inoltre, che un altro pericolo deriva dal Giacinto d’Acqua, pianta acquatica dell’America Latina, considerata tra le prime piante aliene al mondo. Pare che questa pianta oltre che a sconvolgere i corsi d’acqua e distruggere la fauna ittica sia l’habitat ideale per il riprodursi degli insetti.
Gli habitat naturali modificati rischiano, quindi, di diventare rifugio ideale per nuove forme di vita nonché nell’ospitare specie sconosciute e dannose. Oltre ad un rischio sanitario vi è, dunque, il pericolo che il territorio sia sconvolto dalle specie aliene e dagli insetti col rischio concreto della perdita della propria identità sotto ogni forma.