Ma per la federazione dei mugnai il prodotto è di ottima qualità

La produzione nazionale di questo anno di grano duro è negativa; rispetto allo scorso anno, registriamo una contrazione significativa dei volumi. L’Italia produrrà complessivamente circa 3.515.000 tonnellate, con una riduzione del 15% circa rispetto alla produzione avuta nel 2023.

Le ragioni del calo

Una brutta notizia? Certamente dovremo ricorrere di più alle importazioni. Ma alla flessione della disponibilità di prodotto nazionale corrisponde, tuttavia, un’ottima qualità tecnologica e merceologica della materia prima. Lo certifica Italmopa (l’Associazione Industriali Mugnai d’Italia), in merito agli esiti quanti-qualitativi del nuovo raccolto nazionale frumento duro.

“L’andamento climatico, con condizioni particolarmente siccitose, verificatosi in alcuni dei principali areali produttivi del Sud Italia, ha determinato, in tali zone, una forte riduzione delle rese produttive, con conseguente calo dei livelli di produzione soprattutto in Sicilia ma anche, seppur in misura minore, in Puglia ed in Basilicata. La situazione sembra invece leggermente migliore nelle altre principali Regioni di produzione. La Regione Puglia, con una produzione stimata di 690.000 tonnellate, precede, in termini di volumi, la Regione Marche (550.000 tonnellate) e la Regione Emilia-Romagna (500.000 tonnellate) mentre la Regione Sicilia, che nel 2023 rappresentava il principale bacino di produzione, risulta ormai, nel 2024, la quarta Regione per volume produttivo (380.000 tonnellate)”, le parole di Vincenzo Martinelli, presidente della sezione Molini a frumento duro Italmopa. Un quadro chiaro, dunque, che non fa mistero della problematica più sentita e della quale tante volte ci siamo occupati, la siccità ed in generale la gestione dell’oro blu.

Ma la qualità è eccellente

Ed ecco le dichiarazioni sull’aspetto qualitativo; “la qualità della produzione nazionale risulta invece fortemente positiva, ed in robusto miglioramento dopo i risultati particolarmente deludenti registrati nel 2023. Tutti i principali parametri, dal tenore proteico al peso ettolitrico, possono essere considerati largamente soddisfacenti”.

L’industria molitoria italiana a frumento duro, ricorda Italmopa, trasforma annualmente quasi 6 milioni di tonnellate di frumento duro per la produzione di semole destinate essenzialmente alla produzione di pasta ma anche alla produzione di pane, ad uso domestico o all’esportazione.