“Cari amici, sono tra i consiglieri regionali che hanno votato a favore delle modifiche alla legge di tutela degli ulivi. Sono iscritto con convinzione a Legambiente e ho sempre condiviso le sue ‘battaglie’. Vi prego di non stupirvi se vi dico che ho compreso e condiviso anche questa battaglia, ma solo per quanto emerge dal testo del comunicato stampa del 28 febbraio scorso (sottoscritto con Italia Nostra, Touring Club Italiano e Wwf Puglia).  Riporto integralmente e per fedeltà la parte che ci interessa: “Non si comprendono le reali motivazioni che giustificano la modifica della legge regionale 14/2007. Esistono già soluzioni alternative che permettono ai piani attuativi di strumenti urbanistici antecedenti alla legge del 2007 di essere realizzati: ove strettamente necessario, per le aree di espansione urbana, basterebbe modificarli e renderli coerenti ed integrati alle peculiarità paesaggistiche del territorio pugliese. Inoltre, anche lo strumento della variante ai piani e progetti già esiste, è legittimo e consentirebbe di contemperare la tutela e valorizzazione degli ulivi monumentali con l’edilizia di qualità”.

È questo il testo della lettera aperta che il consigliere regionale pugliese Fabiano Amati ha indirizzato a chi contesta le recenti modifiche apportate alla legge di tutela degli ulivi secolari. È scritto proprio così, ed è quello che abbiamo fatto con le modifiche – continua Amati.” L’unica differenza consiste nel fatto che mentre Legambiente e le altre associazioni ambientaliste ritenevano che quel risultato si sarebbe potuto raggiungere senza modifiche legislative, le strutture burocratiche della Regione Puglia invece erano di diverso avviso e richiedevano una modifica alla legge per ottenere gli effetti auspicati – continua il consigliere regionale. “Questo è ciò che abbiamo fatto. È sufficiente? Penso di sì. Ove non lo fosse, vi prego di fare la prova di ‘mettervi nei panni degli altri’, come si dice; è questo lo strumento migliore per comprendere le questioni. Diciamo per ipotesi che tu, proprio tu che mi stai leggendo, avessi avuto anni fa il desiderio e la necessità di costruirti una casa. L’aspettativa è sempre tanta, sono i soldi ad essere pochi. Prendendo il coraggio ‘a due mani’, perché ci vuole coraggio per scommettere sul futuro in questi anni difficili, sono convinto che avresti persuaso altre persone, con il tuo stesso desiderio, a costituire per esempio una cooperativa edilizia. Convegno dal notaio, sottoscrizione dell’atto e il contenitore sarebbe stato pronto.

‘Ma ora bisognerebbe trovare un suolo dove è consentito costruire’ ti saresti detto uscendo dall’ufficiale rogante. Con le tavole del piano regolatore alla mano, adeguato alle più recenti norme, ti saresti dilettato nella ricerca delle aree dove poter costruire la tua casa; le tue dita, al pari di quelle dei tuoi amici-soci della cooperativa, si sarebbero fermate su più punti ed in particolare dove la campitura avesse avuto come spiegazione in legenda la più ‘salutare’ frase burocratica, almeno per te e per i tuoi amici-soci: “aree di espansione per edilizia residenziale”. “Chi sono i proprietari? Questa sarebbe stata la tua indagine di polizia giudiziaria – continua Amati. “Non avresti pensato ad altro nelle giornate successive, fino al giorno in cui o tu o un altro socio (insomma, il più scaltro e dotato di arti negoziali) non sareste tornati con la notizia che il terreno prescelto può essere acquistato. Con gli altri avresti fatto i conti prontamente, dividendo la spesa, e per alcuni di voi (non so per te) si sarebbe aperta la strada del mutuo e per altri quella dei risparmi di una vita di mamma e papà. La sto romanzando troppo? Forse, ma ti prego di non pensare che nella realtà non sia andata così; anzi, tu che mi stai leggendo lo sai bene, perché hai deciso di guardare alla cosa ‘mettendoti nei panni degli altri’ e ben sapendo che le modifiche alla legge riguardano solo le aree con destinazione residenziale. Ma torniamo a noi e al nostro racconto di reale fantasia. Mutuo ottenuto, risparmi dei genitori acquisiti, torniamo dal notaio per acquistare il suolo. Sottoscrizione dell’atto e pagamento del prezzo sarebbero stati il rumore di tappo del nostro spumante. A questo punto sarebbe toccato all’ingegnere; “vi prego di non litigare”, ognuno di voi avrà avuto sicuramente il suo da proporre, magari un parente, forse consapevole del fatto, almeno questo tu speri da ambientalista, che l’espianto di alberi situati nelle aree periurbane (come parlano difficile questi tecnici!) li sottrae da molte sofferenze e più rapida distruzione. Il problema è sempre lo stesso: espianto e reimpianto vanno fatti come si deve, con particolare scienza ed accuratezza, affinché il rientro in produzione avvenga perfettamente, come peraltro sta accadendo quasi sempre. Dove eravamo? Ah ricordo. Avevamo conferito l’incarico ad un tecnico competente, ed egli si era messo subito al lavoro aprendo il tavolo da disegno e squadernando i rotoli di carta lucida. Nelle stesse ore in cui il tuo e vostro tecnico sarebbe stato intento a progettare, tu forse saresti stato a casa sul divano, magari a guardare la televisione, e tra un canale e l’altro la voce del mezzobusto ti avrebbe offerto la seguente notizia: “approvata oggi in Consiglio regionale la legge di tutela degli ulivi monumentali”.

“Che bella notizia”, avresti detto all’impronta, perché tu come me hai un’alta sensibilità ambientale e sei addirittura iscritto ad un’associazione ambientalista. Nei giorni successivi, però, la bella notizia si sarebbe trasformata nel tuo incubo, ed ad ogni angolo avresti potuto raccontare che una legge giusta, anzi giustissima, ti impedisce di costruire l’agognata casa, perché il legislatore non ha considerato che tu hai acquistato il suolo prima della sua entrata in vigore e soprattutto che lo hai pagato al prezzo che si conviene per l’acquisto di un suolo edificabile; il tuo rischio è ora di continuare a pagare il mutuo o di aver dato fondo ai risparmi della tua famiglia senza poter realizzare il sogno di una casa. Argomento oggettivamente forte il tuo, non c’è dubbio, che ha bisogno però di particolare attenzione e assenza di pregiudizi per poter essere avallato, senza i quali hai forse subito addirittura la beffa di essere segnalato tra gli strafottenti alla tutela ambientale e paesaggistica, nonostante hai passato tutto il tuo tempo libero, e non solo, a sostenerne la causa, o magari a spegnere gli incendi boschivi in estate, se per caso fai parte dello straordinario esercito dei volontari di Protezione civile. Da quel momento non avresti pensato ad altro ed ogni giorno avresti avuto la sventura di osservare che per opere pubbliche e d’interesse pubblico gli ulivi si espiantano e reimpiantano giustamente, con ritorno quasi immediato alla produttività, anche se le opere sono state finanziate, progettate ed appaltate dopo l’approvazione della legge di tutela; ti saresti inalberato per la notizia che nella tua città diversi insediamenti produttivi si sono insediati espiantando e reimpiantando con prescrizioni rigorosissime in materia di tutela dell’ambiente e del paesaggio. Ti saresti sentito, insomma, figlio di un Dio minore, anche di quel Dio in onore del quale ogni domenica delle Palme dalla Puglia partono ulivi per addobbare Piazza San Pietro, e la cosa sia a te che a me pare molto bella, per poi essere reimpiantati nei giardini vaticani. Questa sarebbe stata pressappoco la tua tribolazione per realizzare la tua casa, sino a quando la quasi maggioranza del Consiglio regionale, adeguandosi per i motivi che ti ho già scritto all’opinione delle associazioni ambientaliste, non avrebbe deciso di approvare una modifica a salvaguardia del tuo diritto alla casa acquisito prima dell’entrata in vigore e che rende i tuoi alberi simili a quelli espiantati e reimpiantati per le opere pubbliche, per le attività produttive e per gli arredi vegetali di Piazza san Pietro. Sono riuscito a convincerti? Ci ho provato e, se ritieni, sarò felice di parlarti ancora in qualsiasi momento lo vorrai. Grazie per l’attenzione, a tutti, non soltanto a te che ti sei gentilmente prestato a farmi rappresentare questa vera finzione, espediente per parlarci al meglio e col cuore in mano – conclude Amati.