Combustibili fossili stop, dal 2035. La Commissione dice sì ai carburanti sintetici, ma il mercato punta sempre di più sull’elettrica

Bruxelles giunge ad un compromesso per dire stop alle auto alimentate con combustibili fossili, entro il 2035. All’inizio, Commissione e Parlamento europei avevano ufficializzato che dal 2035 solamente le auto a emissioni zero potessero essere vendute. Ma dopo le resistenze energiche di Germania e Italia, le istituzioni europee sono tornate sui propri passi, inserendo una deroga – fortemente voluta dai tedeschi – ai carburanti sintetici, i cosiddetti e-fuel.

Cosa sono le auto a e-fuel

Con tale dicitura si intendono i carburanti sintetici prodotti tramite processo di elettrolisi dell’acqua e per mezzo di fonti energetiche rinnovabili come l’energia eolica o solare, oppure estraendo CO2 dall’atmosfera. Sulla carta, gli e-fuel si presentano come benzine con le stesse caratteristiche di quelle tradizionali. Cambia solo il metodo di produzione; in tal modo gli attuali motori endotermici, ovvero a combustione, potrebbero continuare ad essere venduti.

Al momento però non c’è una produzione su larga scala di carburanti sintetici (è la stessa industria dei combustibili ad ammettere che nel 2035 gli e-fuels potrebbero soddisfare appena il 3 per cento della domanda) e il dibattito resta aperto su quanto siano realmente sostenibili. I numeri e i test effettuati dimostrano che un’auto elettrica impatta il 50 per cento in meno, considerato tutto il ciclo vita, rispetto ai veicoli alimentati a e-fuel.

E poi c’è la questione delle emissioni: gli e-fuel vengono considerati “eco” perché attraverso la loro combustione viene emessa nell’ambiente la stessa quantità di CO2 che era stata precedentemente assorbita durante la produzione. Insomma, da questo punto di vista non sono carburanti “a emissioni zero” ma “neutrali”.

L’Italia rimane delusa: no ai bio-fuel

Dal momento che già dal 2030 nell’Unione europea le auto nuove dovranno emettere il 55 per cento di CO2 in meno rispetto al 2021, diverse case automobilistiche hanno già annunciato che termineranno di vendere auto a benzina e diesel a partire da quell’anno, per non aspettare l’ultimo momento.

La Commissione non ha nemmeno considerato la deroga ai biocarburanti, come chiesto dall’Italia, perché ciò avrebbe comportato la riapertura del testo frutto di un accordo già chiuso e votato dal Parlamento. Il governo italiano ha dunque annunciato battaglia su questo fronte, ma per ora la decisione è netta: e-fuel si, bio-fuel no.

Una vittoria politica, una sconfitta ambientale?

Il commissario europeo per l’ambiente, Timmermans, ha ricordato che “una rivoluzione industriale è ormai partita, dobbiamo scegliere se guidarla o subirla”. Per l’Europa sarebbe un suicidio rimanere indietro sul mercato dell’auto elettrica e in questo senso quella della Germania è una vittoria sul piano politico ma una sconfitta dal lato ambientale ed economico: gli e-fuel hanno il solo vantaggio di prolungare la vita delle auto a combustione interna ma questo non significa salvare posti di lavoro, come vorrebbero – a parole – i politici tedeschi (e italiani).

E gli altri grandi players cosa fanno? Cina e Stati Uniti sostengono, con consistenti incentivi, il mercato dell’auto elettrica, l’unica vera alternativa a emissioni zero al momento esistente. Se l’Europa non si adatterà al più presto a un mercato diretto verso l’elettrificazione dei veicoli (o qualunque tecnologia in grado di raggiungere il traguardo delle emissioni zero), il tentativo di difendere a tutti i costi il motore tradizionale finirà per condannare l’intero settore dell’automotive, e con esso tutti i suoi lavoratori.