Copernicus, servizio di monitoraggio climatico europeo, conferma che il 2023 è stato l’anno più caldo dall’era preindustriale ad oggi
Il 2023 è stato l’anno più caldo mai registrato sulla superficie terrestre da quando le temperature vengono monitorate con regolarità (ovvero dalla metà dell’Ottocento). È stato ora confermato ufficialmente dai dati del servizio europeo Copernicus: la temperatura media globale sulle terre emerse e sugli oceani del Pianeta ha registrato un record negli ultimi dodici mesi; 14,98 gradi
Riscaldamento globale, l’allarme
Il riscaldamento globale è quindi sempre più una realtà scientificamente indiscutibile. Il dato è di + 0,17 rispetto al precedente record, risalente al 2016. Si tratta di 0,6 gradi in più sulla media del periodo 1991-2020 e di ben 1,48 gradi in più rispetto ai livelli preindustriali.
Ciò significa che l’anno appena concluso ha sfiorato il più ambizioso degli obiettivi indicati dall’Accordo di Parigi, che chiede di non superare i 2 gradi centigradi di riscaldamento globale. Tale soglia, secondo quando indicato da Copernicus, con ogni probabilità verrà sforata se si prenderanno in considerazione i periodi di dodici mesi che si concluderanno a gennaio o febbraio del 2024.
2023, fine anno torrida
A pesare, nel 2023, è stata soprattutto la seconda parte dell’anno: tutti i mesi da giugno a dicembre hanno fatto segnare dei record. E in particolare l’estate boreale, tra giugno ed agosto, è stata la più calda di sempre. Ma anche dicembre ha esagerato: 1,78 gradi centigradi al di sopra e 0,85 oltre la media del periodo 1991-2020.
Gli scenari più preoccupanti si stanno trasformando in realtà. È del tutto evidente che quanto fatto finora in termini di mitigazione e transizione ecologica è assolutamente insufficiente se si vuole cambiare rotta. Ed è altrettanto evidente che l’abbandono delle fonti fossili nel più breve tempo possibile rappresenta una rivoluzione senza la quale condanneremo le prossime generazioni.
Il rapporto dell’agenzia europea sottolinea, poi, come nel 2023 si sia registrato anche il livello più basso in termini di estensione della calotta glaciale in Antartide. Quella artica ha toccato il quarto valore più basso di sempre. Al contempo le concentrazioni di biossido di carbonio e di metano nell’atmosfera hanno continuato a crescere (a 419 ppm e 1902 ppm rispettivamente). Di conseguenza, anche gli eventi meteorologici estremi non fanno che aumentare in tutto il mondo, tra ondate di caldo, inondazioni, mega-incendi e gravi episodi di siccità.