Ripartita fra le dune la sfida mirata a testare nuove tecnologie. Ma il rally ormai parla solo arabo.

Dopo il calcio, con gli strapagati campioni occidentali, l’Expo 2030 (soffiata a Gualtieri e ai romani), l’Arabia Saudita conquista a suon di petroldollari anche il mitico rally Parigi – Dakar. Il deserto saudita offre uno scenario suggestivo, con dune imponenti e paesaggi mozzafiato: 7.891 i chilometri da percorrere.

C’è una gara nella gara, una corsa verso la sostenibilità: i partecipanti adottano tecnologie ecologiche, con un focus su veicoli elettrici e l’esplorazione di carburanti alternativi.

Ma cosa rimane del fascino della tradizione? Parigi è ormai scomparsa da tempo dal nome e dal tragitto. In realtà, anche Dakar non fa più parte del percorso, dato che per il quinto anno la competizione si svolge interamente in Arabia Saudita. Eppure, il Rally Dakar, noto per la sua storia affascinante e le sfide estreme, continua a catturare l’immaginazione degli appassionati di motori. La partenza c’è stata lo scorso 5 e si andrà avanti fino al 19 gennaio.

Passato e presente del Rally Dakar

La storia del rally Dakar affonda le radici nelle sue origini africane, ma nel corso degli anni il percorso ha subito varie modifiche geografiche. Dopo aver attraversato il Sahara e le terre più remote del continente africano, il rally si è trasferito in Sud America per poi giungere a destinazione in Medio Oriente. L’Arabia Saudita, con il suo paesaggio unico e variegato (ed i suoi capitali), offre ora la cornice perfetta per questa competizione con dune imponenti e paesaggi lunari, che rappresentano un terreno di gioco ideale per le moto, le auto, i quad e gli altri mezzi in gara. Le sfide climatiche e geografiche rendono il Dakar 2024 ancora più impegnativo, mettendo alla prova le abilità dei piloti e la resistenza dei loro veicoli.

Rally e sostenibilità

In un’epoca in cui la sostenibilità ambientale è al centro delle preoccupazioni globali, la Dakar 2024 non è da meno. I team partecipanti stanno adottando misure per ridurre l’impatto ambientale dei loro veicoli, dalla ricerca di soluzioni di trasporto più efficienti all’adozione di tecnologie innovative. C’è chi userà un  carburante sintetico per i propri veicoli in competizione, proveniente per il 70 per cento da energia rinnovabile, riducendo le emissioni di CO2 della stessa percentuale. Anche il team che organizza Dakar 2024 si è posto obiettivi ecologici: il percorso in Arabia Saudita è stato accuratamente tracciato in completa collaborazione con le istituzioni del Paese, al fine di preservare il patrimonio culturale e ambientale. Inoltre, dal 2010, il Rally Dakar ha compensato finanziariamente la sua intera impronta di carbonio diretta, attraverso il progetto “Madre de Dios Amazon REDD” con l’associazione di protezione ambientale Greenoxx. Questo progetto ha preservato più di 100 ettari di foresta e protetto 35 specie animali e vegetali. Il programma sostiene anche i produttori rurali proteggendo le loro terre, finanziando progetti ecologici e conducendo iniziative di comunicazione e sensibilizzazione.

Da Mission 1000 alle auto classiche

Complessivamente, ben 778 concorrenti, tra piloti e team, si daranno battaglia nel rally Dakar 2024 in 8 categorie: moto, quad, auto, challenger, Suv, camion, M1000 e Classic. Il primo Rally Dakar del 1977 – originariamente la Parigi-Dakar – coinvolse auto, moto e camion, con l’aggiunta di quad e altre categorie in seguito. La nuova categoria Mission 1000 è riservata ai veicoli prototipo che utilizzano tecnologie innovative, come il KH-7 Epsilon alimentato a idrogeno. Mission 1000 fa parte del programma Dakar Future e ha l’obiettivo di promuovere l’uso di energie alternative nella competizione. La sfida consiste in una sezione di 100 chilometri, separata dalle tappe ufficiali, in cui i costruttori testano tecnologie all’avanguardia su un percorso simile alla Dakar, totalizzando alla fine 1.000 chilometri di prove speciali su strada. Non è una competizione, ma vengono assegnati punti in base a criteri come il completamento dell’intero percorso, le abilità di guida in modalità Eco, Normale e Sport, la velocità di partenza controllata e il coinvolgimento dei fan attraverso votazioni sui social media. L’obiettivo è accelerare l’adozione di tecnologie sostenibili nel mondo dei rally.

L’edizione del 2024 prenderà il via dalla città storica di Al-Ula, correndo fino alla parte opposta dell’Arabia Saudita per finire a Yanbu. Fra i punti di interesse per gli appassionati le prove Classic, aggiunte nel 2021 e che presentano veicoli d’epoca dei precedenti Dakar, alcuni dei quali hanno addirittura 50 anni. Con l’obiettivo di raggiungere la neutralità carbonica entro il 2030, la Dakar continua a essere una fucina di tecnologia da corsa e innovazione per la mobilità.


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