L’inverno particolarmente mite sta per subire una brusca inversione di tendenza

Il 2024 è iniziato così come era finito il 2023, almeno meteorologicamente parlando. Con temperature molto al di sopra della media storica consolidata e senza precipitazioni, nel momento dell’anno in cui servirebbero. Ma nei prossimi giorni qualcosa cambierà. L’annunciato arrivo della pioggia e della neve salvano l’Italia dalla siccità dopo il caldo anomalo di inizio inverno che sta facendo emergere i primi sintomi di stress idrico che, accompagnati alla scarsità di neve in diversi settori dell’arco alpino e su gran parte della dorsale appenninica, hanno fatto scattare il campanello d’allarme nelle campagne.

Previsioni a medio termine

Da oggi, infatti, precipitazioni intense e neve saranno le protagoniste dei giorni prossimi insieme ad un brusco abbassamento delle temperature.

La situazione è difficile a macchia di leopardo lungo tutta la Penisola dal Piemonte alla Sicilia. Sulle Alpi torinesi manca l’80% della neve necessaria per creare le scorte idriche per consentire alle coltivazioni di crescere mentre in Sicilia le precipitazioni sono state le più scarse da oltre cento anni. E chiaramente ci sono conseguenze sulle produzioni agricole; le arance siciliane, per esempio, sono più piccole, gli ortaggi in sofferenza mentre salgono i costi per acquistare il fieno per alimentare gli animali, mentre il freddo è necessario per fermare le popolazioni di insetti, dannose per le colture, che potrebbero sopravvivere e svernare per attaccare i raccolti nella prossima primavera.

Siccità come tendenza

Il trend viene da lontano. Il 2023 bollente è stato segnato in Italia da una media di 9 eventi estremi al giorno con oltre 6 miliardi di danni all’agricoltura nazionale tra coltivazioni e infrastrutture con grandinate, trombe d’aria, bombe d’acqua, ondate di calore e tempeste di vento.

Speriamo dunque che questi primi freddi del 2024 possano invertire una tendenza che si fa sempre più pericolosa.