Ogni epoca ha avuto le proprie evoluzioni, anche nel cibo. Sembra che nel nostro futuro ci sia (anche) questo. Investimenti e domanda mondiale in continua crescita, ormai il trend è davvero molto delineato
Quali sono i pensieri che turbano (forse) i consumatori mondiali (ma soprattutto europei) circa quello che mangeremo da qui a breve? Sono sostanzialmente due, da una parte c’è l’aumento dei prodotti a base di insetti che in Europa toccherà, entro il 2030, 260 mila tonnellate per oltre 390 milioni di consumatori, dall’altra il mercato mondiale della carne in vitro che dal canto suo ha già registrato investimenti da capogiro, pari a 1,3 miliardi.
Rapporto Nomisma, trapela una certa cautela
Appena sdoganata dalla Commissione Ue l’immissione sul mercato di farina di grillo, si registrerà, secondo Nomisma, nel giro di poco tempo, un maggior impiego di insetti come ingredienti nei prodotti alimentari, con una produzione Ue in crescita di 180 volte a partire dal 2019 fino al 2025, passando da 500 a 90 mila tonnellate per arrivare a 260 mila nel 2030. Previsto, da qui ai prossimi tre anni, un calo produttivo degli insetti interi di quasi il 15%, mentre saliranno in media anche del 5% le vendite di pane, sostituti della carne e nutraceutici, a base di polvere di insetti.
Carne sintetica,lo stato dell’arte
Il disco verde della Food and drug administration statunitense, che di fatto apre il più grande mercato del mondo, quello destinato poi ad essere in qualche modo emultao, alla carne di pollo prodotta in laboratorio porta l’attenzione sulle possibili conseguenze in Europa in questo senso, con le aziende di riferimento a livello mondiale, tra laboratori e start up, passate da 13 a 117 dal 2016 al 2022 e la produzione globale di carne in vitro che si prospetta al 2030 in aumento fino a 2,1 milioni di tonnellate. Questi sono tutti dati che indicaziono un trend di crescita molto chiaro.
La risposta del Made in Italy
In Europa, soprattutto nel Mediterraneo e ancor più nel nostro Paese, abbiamo un’idea diversa del cibo; proviene dal duro lavoro delle campagne, dagli sforzi degli allevatori dalle fatiche dei vignaioli e non dai laboratori. E’ vero che ci sono popolazioni che mangiano insetti da sempre; non diciamo che a noi farebbe male, ma solo che non appartengono alla nostra tradizione. Siamo nati fortunati, sulle rive del mare nostrum, ricchi di sole e di specie vegetali. Siamo stati bravi ad arrivare a questo livello di produzione e di consapevolezza alimentare. Ed è giusto e normale che la scienza porti in avanti ed in alto il livello delle conoscenze e le loro applicazioni. Ma ricordiamoci che alla fine è il consumatore che decide, facciamoci rispettare.