Il 42% della superficie agricola colpito dagli eventi, 64 mila lavoratori interessati
Un disastro non solo per l’intera regione, un vero dramma per l’agricoltura, in un territorio a fortissima vocazione agroalimentare, seconda voce di export regionale dopo la meccanica. Il 42% della superficie agricola utilizzata (Sau) è stato colpito dagli eventi alluvionali. Una prima ricognizione della situazione illustra un quadro fortemente preoccupante per quanto riguarda il tessuto socio-economico legato all’agricoltura e all’agroalimentare.
Impatto sull’agricoltura e la produzione di cibo
Le Aziende agricole presenti sul territorio nella regione emiliano romagnola sono quasi 21.000, il 49% dell’intera regione, oltre il 29% è presente nei comuni con allagamenti e il 19% in quelli con frane.
La ricaduta è anche occupazionale, gli addetti colpiti sono oltre 41.000 e rappresentano il 55% degli addetti del settore nell’intera regione. Sono prevalentemente occupati in coltivazioni agricole e produzioni animali, attivi in zone interessate da allagamenti.
Per quanto riguarda l’agroindustria, complessivamente le unità locali delle aziende alimentari e delle bevande presenti nelle aree coinvolte sono oltre 2.800 e sfiorano il 40% del totale regionale, con prevalenza nei comuni con allagamenti, ma con una significativa presenza anche in quelli interessati da frane.
Gli addetti che operano in tali aziende sono più di 23.000, quasi il 39% del totale regionale del comparto. Una prima stima della diminuzione della sola produzione lorda vendibile della fase agricola presenta le situazioni più critiche nelle provincie di Ravenna, Forlì-Cesena, Rimini e Bologna, per una perdita che potrebbe andare oltre 1,5 miliardi di euro.
A questa perdita dell’anno vanno aggiunte le perdite di produttività futura per moria delle piante e animali, di superficie agricola per le frane e danni ai mezzi, attrezzature scorte e strutture, più i danni di tutta l’agroindustria.
Le prime emergenze da affrontare
Le emergenze individuate fin da subito sono i terreni completamente sradicati e franati, i siti alluvionati, l’asfissia che l’alluvione ha determinato nei vigneti e nei frutteti, gli allevamenti allagati, i danneggiamenti irreversibili alle infrastrutture viarie vicinali e poderali, le rotture degli impianti di irrigazione, i danni idrogeologici e spondali.
Una situazione in continuo cambiamento, che rende molto complicata la ricostruzione del quadro post emergenza: preoccupa in modo particolare la mutata morfologia del suolo, completamente stravolta dalle frane.