Non e’ possibile per le istituzioni esprimersi nettamente a favore dell”acqua pubblica in Romagna, nonostante gli esiti del referendum del giugno 2011. Lo hanno detto ieri gli amministratori delle tre Province romagnole e dell’ente regionale Atersir ai comitati per l”acqua pubblica (Forli’, Cesena, Faenza, Ravenna e Rimini) riuniti nella sede della Provincia di Forli’-Cesena.

Ricordando di avere chiesto l’incontro da oltre un anno, c’e’ delusione perche’ “a due anni di distanza dal referendum il suo esito rimane inattuato e contraddetto e, a stare all”incontro, non pare che gli amministratori abbiano intenzione di contribuire perche’ sia pienamente rispettato l”esito referendario”, riportano i comitati segnalando che in Romagna 513.203 cittadini avevano votato al referendum del 12-13 giugno 2011.

“A fronte delle richieste avanzate dai comitati di procedere con determinazione sulla strada della ripubblicizzazione del servizio idrico integrato nel nostro territorio, le loro risposte sono state evasive e complessivamente negative”, riportano gli attivisti con riferimento agli interlocutori di ieri. I comitati hanno ribadito la necessita’ di trasformare Romagna Acque in un ente consortile di diritto pubblico, di fare una scelta per la gestione pubblica a Rimini dove la concessione del servizio idrico integrato alla multiutility Hera e’ scaduto nel marzo 2012 e, piu’ in generale, di affrontare la ripubblicizzazione.

La Provincia riminese ha annunciato nel corso dell’incontro che arrivera’ entro la fine del mese ad una decisione sulla futura gestione del servizio idrico ma questo “senza che ci sia stato un reale confronto e discussione in proposito con il comitato provinciale acqua pubblica bene comune di Rimini”, concludono i comitati.