Nove consiglieri del Popolo della Libertà – primo firmatario Andrea Pollastri – hanno presentato una risoluzione, che fa seguito alla deliberazione della Giunta regionale 49/2013, con la quale la Regione Emilia-Romagna ha stabilito di confermare le “zone vulnerabili” ai nitrati attualmente esistenti, “non facendo beneficiare all’agricoltura locale” – scrivono i consiglieri – dei potenziali vantaggi ricavabili dalla deroga prevista dalla legge 221/2012.

La risoluzione impegna la Giunta a ritirare la deliberazione approvata il 21 gennaio scorso e a promuovere l’istituzione di un tavolo interregionale, attendendone l’esito prima di provvedere a una nuova indicazione delle zone vulnerabili ai nitrati. Una direttiva dell’Unione europea ha definito che nelle zone vulnerabili sia prevista la riduzione delle emissioni di azotati, al fine di preservare le acque dall’eccessiva presenza di nitrati, nocivi per la salute.

La legge regionale 4/2007 ha recepito le indicazioni contenute nella direttiva Ue, e il successivo regolamento ha definito i limiti quantitativi (170 chili) allo spandimento di azoto per ettaro/anno, i periodi in cui è proibita l’applicazione sul terreno di certi fertilizzanti e la capacità degli stoccaggi degli effluenti di allevamento. La legge 221/2012 prevede che le Regioni possano aggiornare l’elenco delle zone vulnerabili da nitrati di origine agricola, consentendo una deroga di dodici mesi, “ossia la possibilità di spandere nel terreno in un anno fino a 340 chili di composti azotati per ettaro”.

Il documento esprime solidarietà al mondo agricolo-zootecnico, “colpito dalla decisione della Giunta”, e biasimo nei confronti dell’atteggiamento di chiusura dell’assessore all’Ambiente, che avrebbe rifiutato di incontrare i delegati di associazioni di categoria.

Si ricorda che nel 2011 alcune Regioni – Lombardia, Veneto, Piemonte ed Emilia-Romagna – avevano sostenuto insieme la deroga, considerata dalle associazioni agricole come una boccata d’ossigeno, in un momento di forte crisi del settore zootecnico.