Ventidue ogni centomila abitanti, il doppio rispetto alla media mondiale e addirittura il triplo dei Paesi occidentali.

Sono i centenari della Sardegna, i più longevi al mondo, grazie a fattori genetici e microclima ma anche a una dieta di lunga vita fatta di tipicità alimentari locali, dove spicca un uso del vino pari a quasi il doppio della media italiana.

A dirlo è il direttore della cattedra di Biochimica clinica dell’Università di Sassari, Luca Deiana, intervenuto a Milano al “Sardegna Store” della Regione Sardegna: “Il primato mondiale sardo di uomini e donne ‘over 100 anni’ è certamente determinato da fattori genetici e dal microclima, ma anche da vino, frutta, formaggi e altre tipicità alimentari esclusivamente sarde”.

I dati provengono dal progetto “A kent’annos” (a cent’anni), che – dopo 16 anni di studi sul fenomeno – è vicino alla verità sulle effettive proprietà benefiche della dieta sarda dei centenari. “Molte risposte stanno per arrivare – ha aggiunto il professor Deiana – e un ambito di interesse importante è l’alimentazione. Alcuni studi specifici riguardano ad esempio il vino sardo, che, stando ai primi risultati ottenuti, conterrebbe una maggiore quantità di sostanze anti-ossidanti, ma anche la frutta autoctona, che presenta valori tre volte superiori di flavonoidi e polifenoli rispetto a quella della Gdo. I formaggi poi, secondo la ricerca ancora in corso, presentano bacilli con alta resistenza al pH e probabilmente con evidente attività probiotica”.

Una tesi che combacia con l’estratto dell’indagine sulle abitudini alimentari dei centenari, presentato a Milano in occasione della promozione turistica della Regione Sardegna nell’ambito del programma “Isola che danza”. Il 93% dei maschi centenari, infatti, beve vino (quasi il doppio rispetto alla media assoluta italiana), mentre le donne consumano abitualmente latticini nel 92% dei casi (89% i maschi), pasta (83% le femmine, 80% i maschi) e verdura (77% e 69%).

Al Press day di piazza Diaz a Milano, protagonisti i prodotti salutari sardi e il programma “Isola che danza”: un calendario di eventi per favorire la destagionalizzazione e promuovere un cartellone dinamico di iniziative attrattivo per tutto l’anno (nei primi mesi del 2013: Fuochi di Sant’Antonio a metà gennaio; Carnevale a metà febbraio e Riti della Settimana Santa a fine marzo).

“Isola che Danza – ha detto l’assessore regionale del Turismo, Luigi Crisponi – mostra una Sardegna forse più inedita ma anche più intima. Si tratta di un calendario di eventi secolari del patrimonio artistico e culturale dell’Isola che rappresentano uno sbocco importante anche in chiave turistica in periodi dell’anno a minor concentrazione della domanda”. Nuovi progetti anche per i “Sardegna Store” regionali presenti a Milano, Roma e Berlino: “A breve – ha detto il direttore centrale di Sardegna Promozione, Mariano Mariani – saranno infatti organizzati dei focus territoriali con eventi speciali dedicati alle eccellenze di tutti i territori dell’Isola che presentano caratteristiche uniche: dall’Ogliastra alla Gallura, dalla Barbagia al Campidano passando dal Sassarese fino al Sarcidano”.