Nel 2012 sono stati venduti 218 milioni di litri di olio per un valore di 850 mln; la categoria più gettonata è l’extravergine ‘convenzionale’ con il 72% del totale, risultata stabile come volume (+1%) e in un leggero calo come valore (-1%) rispetto al 2011; crescono invece le Dop (+1% in volumi) e i prodotti bio (+1% in volume e +3% in valore).

A fotografare il settore nel giorno di entrata in vigore della legge ‘salva olio’, è il vertice su controlli e misure anticontraffazione con i rappresentanti di Inea, Ismea, Ispettorato della Qualità-Mipaaf, Carabinieri del Nas e dei Nac, Ice e la commissione del commercio estero degli Stati Uniti, essendo gli Usa il principale mercato di riferimento per l’export di olio italiano.

Per quanto riguarda la bilancia commerciale, nei primi 6 mesi del 2012 l’import è sceso del 10% in volume con un risparmio del 17% rispetto allo stesso periodo del 2011, mentre l’export ha registrato un incremento dell’1% in volume e un calo del 2% in valore.

Produrre 1 chilo di olio extra vergine costa 5,80 euro al Centro Nord, 3,53 euro in Puglia, 3,64 euro in Calabria e 4,67 in Sicilia. Le regioni con la più alta percentuale della produzione sulla media nazionale sono Puglia (34%) e Calabria (31%), seguono Sicilia (11%), Campania (7%) e Lazio (4%).

Le olive destinate alla produzione di olio sono pari a 31 mln di quintali. Quanto alla produzione di olio di oliva della campagna 2012/2013 è in calo del 12% rispetto ai 5,4 milioni di quintali conteggiati dall’Istat per la campagna precedente, attestandosi su un livello stimato di 4,8 milioni di quintali di olio.