Il 12 e il 13 giugno gli italiani saranno chiamati a votare per il referendum sull’acqua pubblica, un tema molto sentito dagli apriliani che da anni, attraverso la voce di un Comitato in difesa dell’acqua pubblica, dimostrano la loro contrarietà alla privatizzazione e nello specifico alla gestione del servizio idrico da parte della società Acqualatina Spa.

I cittadini che hanno contestato fin dall’inizio la gestione e che hanno deciso di non riconoscere la suddetta società come gestore, hanno continuato a pagare il servizio idrico direttamente al Comune di Aprilia. I cittadini stessi infatti eccepiscono ad Acqualatina S.p.A. una serie di fatti, dalla mancanza della ratifica in Consiglio Comunale della Convenzione di gestione alla carenza del contratto con i singoli utenti, fino alla illegittimità della tariffa applicata, in quanto oltre il limite massimo consentito dalla normativa in materia.

Questo argomento è stato parte centrale anche della nostra campagna elettorale durante la quale abbiamo sempre ribadito il principio che l’acqua è un bene primario e vitale per la sopravvivenza di ogni essere vivente e per questo non può essere equiparata a merce di scambio e quindi assoggettata alle regole del libero mercato. Deve, quindi, ritornare sotto la gestione pubblica e a tal fine abbiamo portando avanti tutte le iniziative possibili. Il primo passo in questa direzione è stato fatto nell’aprile del 2010 quando il Consiglio Comunale ha approvato le delibere necessarie all’ adeguamento della Convenzione di gestione e ad eventuali azioni per la restituzione degli impianti in concessione ad Acqualatina S.p.a.

Nel Luglio dello stesso anno abbiamo inviato un atto di diffida alla società Acqualatina S.p.a e all’Autorità d’Ambito Territoriale Ottimale nel quale vengono riportate le denunce e le lamentele dei cittadini in merito al comportamento della società in questione. Gli addetti di Acqualatina, infatti, continuavano a ridurre il flusso idrico di molte abitazioni accompagnati da vigilantes e nonostante, in molti casi, vi fossero legittimi ricorsi inoltrati all’Autorità Giudiziaria che hanno avuto esito positivo riconoscendo che le procedure di recupero del credito attivate dalla società sono assolutamente illegittime.

Successivamente è stata presentata una mozione in Consiglio con l’intento di impegnare il Sindaco a proseguire nella sua azione affinché venisse interrotto immediatamente l’illegittimo comportamento coercitivo messo in atto dal gestore del servizio idrico nei confronti della cittadinanza con la sospensione del flusso idrico e a provvedere nel dare prontamente incarico a legali di fiducia dell’Amministrazione per la proposizione delle necessarie azioni giudiziali, finalizzate alla restituzione degli impianti, stante l’invalidità della Convenzione di gestione attualmente ancora esistente.

A dicembre del 2010 il Comitato cittadino difesa dell’acqua pubblica di Aprilia, che ha partecipato alla campagna di raccolta firme per l’iniziativa referendaria relativa alla ri-pubblicizzazione della gestione dei servizi idrici, ha contestualmente promosso una petizione popolare per richiedere l’introduzione dei alcuni principi, come “acqua bene comune” e “servizio idrico privo di rilevanza economica”, nello statuto comunale. Una proposta simile è stata presentata anche dal PD ed abbiamo cominciato a lavorare alla modifica dello statuto. E’ ovvio che tutte le azioni finora intraprese dall’Amministrazione Comunale che ho l’onore di presiedere vanno a favore della posizione secondo la quale l’acqua non può essere privatizzata ma deve rimanere un bene a disposizione di tutti. Saremo dunque in prima linea nella battaglia referendaria per la ripubblicizzazione dell’acqua.