È il prodotto nazionale più presente sulle tavole straniere; a Vinitaly si è fatto il punto
L’export è salito del +10% (pari a 7,9 miliardi di euro) e si tratta del record storico per il vino Made in Italy. Il nettare è dunque la prima voce dell’export agroalimentare nazionale nel 2022, oltre a essere uno straordinario ambasciatore dello stile di vita slow rappresentato dalla Dieta Mediterranea.
Vinitaly, analisi dei dati
Il dato emerge dall’analisi dei dati Istat, in occasione dell’apertura del Vinitaly a Verona. Significativo il balzo in valore delle bottiglie Made in Italy sulle tavole di tutto il mondo, per un totale di oltre 22 milioni di ettolitri, pari al 43% dei 50,3 milioni di ettolitri ottenuti grazie alla vendemmia 2022 che sulle quantità ha confermato la leadership italiana a livello internazionale, davanti a francesi e spagnoli. All’estero dunque finiscono più di 4 bottiglie su 10 con il vino che è il prodotto nazionale più presente sulle tavole straniere.
Ancora gli spumanti a fare da apripista
A fare da traino alle esportazioni italiane ci sono ancora gli spumanti che fanno registrare un +19% in valore, con il Prosecco, il vino italiano più consumato al mondo, che segna addirittura un +22%. importante crescita anche per i grandi vini rossi e bianchi Docg e Doc.
Export, dove va il vino nostrum?
Gli Stati Uniti sono ancora il principale mercato delle bottiglie italiane, per un valore di quasi 1,9 miliardi di euro in crescita del +8% nel 2022. Nel vecchio continente il vino italiano spopola sulle tavole tedesche con una spesa di circa 1,2 miliardi di euro (+5%). Il successo è confermato dal balzo del +25% delle esportazioni in Francia per un valore di oltre 289 milioni di euro, trainato dagli spumanti italiani che valgono da soli oltre di 107 milioni di euro e con una crescita del 29% .
E i sudditi di Sua Maestà? Nonostante la burocrazia doganale creata dalla Brexit e l’uscita della Gran Bretagna dall’Unione Europea, gli inglesi confermano il loro amore per il vino italiano per il quale nel 2022 hanno speso 812 milioni di euro (+9%), di cui circa la metà per spumanti e prosecco che fanno segnare quasi il 17% nei calici britannici, mentre frena la Cina a 112 milioni di euro contro i 127 milioni dell’anno precedente con un crollo di quasi il 12%.
Un successo nel mondo cresciuto grazie alla strada della qualità intrapresa dalle bottiglie Made in Italy che sono destinate per circa il 70% a Docg, Doc e Igt con 332 vini a denominazione di origine controllata (Doc), 76 vini a denominazione di origine controllata e garantita (Docg), e 118 vini a indicazione geografica tipica (Igt) riconosciuti in Italia e il restante 30% per i vini da tavola.