Si stima un calo dalle 475 mila tonnellate del 2015 alle 224 mila del 2024

La campagna produttiva nazionale 2024/25 sconta una naturale alternanza e i problemi legati alla siccità che esasperano anche i suoi effetti. È quanto emerge dal report di Ismea mercati (olio d’oliva – settembre 2024).

Pur essendo ancora stime, aggiornabili man mano che saranno disponibili informazioni sulle frangiture e quindi sulle rese, le 224 mila tonnellate (valore centrale di una forbice che va da un minimo di 215 mila tonnellate a un massimo di 235 mila tonnellate) collocano l’Italia addirittura al quinto posto nel ranking mondiale. Senza mezzi termini, una debacle. Potrebbe esserci un recupero importante nelle regioni del Nord, si parla di un +75% rispetto a un 2023 deficitario a cui si aggiunge il +70% del Centro.

Il rischio mosca olearia

L’abbassamento delle temperature e la presenza di umidità elevata costituiscono un campanello di allarme che i produttori non possono sottovalutare. Il recupero del Centro-Nord non basta a compensare la perdita nelle regioni del Sud (-41%), Puglia in testa per la quale si attende quasi un dimezzamento dei volumi rispetto allo scorso anno. Nella regione olivicola più importante d’Italia la fioritura e l’allegagione si sono mostrate abbastanza ridotte, a causa dell’alternanza e di un andamento meteo-climatico non favorevole.

Le poche piogge estive e le alte temperature hanno causato stress idrico alle piante; le recenti piogge di settembre hanno dato sollievo, sebbene le mutate condizioni climatiche abbiano generato l’allerta mosca.

Andamento in Calabria e Sicilia

Situazione analoga in Calabria e Sicilia; si stimano perdite che al momento sembrano più contenute rispetto a quelle della Puglia. In Calabria la prolungata assenza di precipitazioni ha accentuato lo stress idrico delle piante, con conseguente riduzione della vigoria vegetativa e della fruttificazione. Si è registrata, poi, una caduta precoce delle olive, soprattutto nei frutteti più giovani o meno vigorosi. In Sicilia la fioritura e l’allegagione sono state buone ma una parte della produzione si è persa per il fenomeno della cascola dei frutticini nel mese di giugno e parte di luglio.

La siccità di agosto ha ridotto ulteriormente le aspettative, anche se le prime indicazioni sulle rese in olio sembrano buone.

In linea generale, negli ultimi anni la variabilità delle produzioni va oltre la normale alternanza, esasperando le normali dinamiche di domanda e offerta. Gli imbottigliatori si trovano a fare i conti con una disponibilità di prodotto nazionale sempre più incerta con le conseguenti ricadute in tema di programmazione degli approvvigionamenti. Questo si somma a monte con le difficoltà dei produttori, a valle con quelle dei consumatori finali che in due anni hanno visto aumentare i prezzi del prodotto soprattutto nei canali della Gdo.