Regole uniformi per individuare i locali storici e favorire l’applicazione di misure a sostegno di tale patrimonio
Sta per finire il dedalo di regole attorno a cui ruota la definizione di locali storici. Arriva lo stop alla sovrapposizione di norme, albi, elenchi di vario genere e al caos amministrativo. D’ora in avanti i Pubblici esercizi, che vorranno identificarsi come locali storici, potranno avvalersi di una norma UNI che prevede parametri uguali in tutte le regioni d’Italia.
Attività storiche, arriva la norma Uni
Una norma frutto del lavoro promosso negli ultimi mesi da Fipe-Confcommercio e dall’Associazione “Gli Storici” Caffè e Ristoranti Storici d’Italia e che ha visto la costituzione di un tavolo di lavoro con il Ministero delle Imprese e del Made in Italy, Confcommercio-Imprese per l’Italia, l’Unione Consumatori, UNITER e UNI, l’Ente Italiano di Normazione che da oltre 100 anni si occupa di definire le caratteristiche (prestazionali, ambientali, di sicurezza, di organizzazione ecc.) di un prodotto, processo, servizio o professione, secondo lo “stato dell’arte” nei vari settori industriali e commerciali.
Tra le caratteristiche principali che i locali devono avere per poter essere riconosciuti come storici, aver mantenuto al loro interno gli arredi originali ed essere in attività da almeno 70 anni.
Fine della regolamentazione frammentata
Il puzzle normativo che ha regnato fino a oggi ha di fatto impedito che si potessero adottare misure di sostegno a livello nazionale, rivolte espressamente ai locali storici che hanno caratteristiche molto specifiche e di conseguenza bisogni particolari. Incentivi per la tutela del patrimonio immobiliare, semplificazione delle procedure amministrative, riduzione delle imposte locali, misure per l’efficientamento energetico sono solo alcune dei temi che abbiamo già inserito nell’agenda dei locali storici per i prossimi mesi.
Fino a questo momento a inquadrare le attività storiche sono state prevalentemente Regioni e Comuni, con regolamenti diversi basati essenzialmente sull’anzianità dei locali, che oscilla tra i 40 e i 50 anni. A queste realtà si aggiunge Unioncamere che, nel suo registro delle imprese storiche, inserisce tutte le attività operative da almeno 100 anni.
Un sistema che non fa alcuna distinzione tra attività: un bar è storico se ha gli stessi anni di un negozio di scarpe. In Lombardia, ad esempio, su 2.848 imprese storiche, solo 765 sono pubblici esercizi. La norma UNI, al contrario, è un vestito “su misura” per i pubblici esercizi.
Si tratta dunque di un’azione di valorizzazione e sostegno di quei locali che rappresentano un inestimabile patrimonio culturale, artistico e storico del Paese. Un patrimonio da tutelare mettendolo al centro delle politiche di sviluppo del turismo di qualità e delle politiche delle nostre città, consapevoli che l’esperienza in questi locali non è solo di consumo ma è un tuffo nella storia e nella cultura del Paese.
In oltre 100 anni di attività la normazione UNI ha supportato le esigenze del sistema socioeconomico evolvendo con esse e quindi dedicandosi sempre più alle attività del terziario. I servizi, in effetti, proprio per la loro natura ad elevatissima componente di relazione umana, hanno particolare bisogno di riferimenti organizzativi e strutturali per erogare prestazioni di qualità, garantite e uniformi nel tempo.