Il cancro batterico del kiwi è una vera e propria epidemia che sta colpendo le coltivazioni di tutto il territorio italiano e sta mettendo in ginocchio lavoratori e aziende. Per far fronte a questo problema il MIPAAF ha emanato, in febbraio, un decreto che stabilisce le misure nazionali di prevenzione.

Tali linee sono state individuate grazie al contributo del “Comitato Fitosanitario Nazionale” e della Conferenza Stato-Regioni. Inoltre le Regioni più colpite si sono attivate per far fronte all’emergenza attraverso interventi specifici e stanziando contributi che permetteranno di risarcire i danni subiti o di rafforzare la ricerca scientifica. Nel Lazio, regione in cui si concentra circa il 30% della produzione nazionale, con 3000 posti di lavoro a rischio e investimenti bruciati per oltre trecento milioni di euro, sono stati già persi 600 ettari di kiwi giallo ed ora il primo distretto produttivo regionale rasenta il fallimento.

A differenza di altre regioni, come l’Emilia Romagna, le quali nonostante i minori danni hanno già avviato le procedure di indennizzo istituendo campi di ricerca e sperimentazione, investendo e finanziando progetti, nel Lazio, invece, se si escludono i fondi (pari a circa € 260.000), le istituzioni latitano e non hanno ancora avanzato una proposta concreta per l’indennizzo del settore. Come uscire da questa situazione di crisi? Occorre un forte coordinamento delle risorse impegnate sul campo e la divulgazione dei risultati scientifici conseguiti. Ma occorre fare in fretta.