Allo stesso modo, è stato l’anno con meno precipitazioni. La siccità ha toccato particolarmente le regioni del nord. Tutto ciò in attesa di vedere come chiude questo terribile 2023

Nel nostro Paese lo scorso anno si è registrato un’anomalia media nelle temperature di +1,23 gradi rispetto alla media degli ultimi 30 anni: un dato che ha reso il 2022 l’anno più caldo in Italia dal 1961, secondo l’ultimo rapporto di Ispra sul clima. Tutti i mesi dell’anno sono stati più caldi della media, a esclusione di marzo e aprile: anomalie superiori a 2 gradi si sono registrate a giugno (con il picco di +3,09°C) e nei mesi di luglio, ottobre e dicembre. L’anomalia più marcata è registrata in estate (+2,18°C), seguita dall’autunno (+1,38°C) e dall’inverno (+0,58°C).

Non solo, il 2022 è stato anche l’anno meno piovoso in Italia dal 1961, segnando un -22 per cento rispetto alla media climatologica 1991-2020, con precipitazioni inferiori alla norma (-39 per cento) da gennaio a luglio. Tutti ricordiamo le secche del Po e di tutti i fiumi della pianura Padana. Le anomalie sono state più marcate al nord: -33 per cento di acqua caduta rispetto alle media stagionali.

Come contraltare, non sono mancati eventi estremi di precipitazione, in alcuni casi eccezionali: su tutti quello del 15 settembre che ha investito le Marche, fra le province di Ancona e di Pesaro e Urbino, con precipitazioni giornaliere che hanno superato localmente i 400 millimetri.

Record di notti tropicali e mari bollenti 

Per il numero medio di notti tropicali, quelle in cui la temperatura non scende mai al di sotto dei 20 gradi, il 2022 si colloca al primo posto tra i più alti della serie dal 1961, con 22 notti tropicali in più rispetto alla media. Il rapporto conferma che siamo nel mezzo di un vero e proprio trend, in cui nell’ultimo decennio le notti e i giorni freddi sono stati quasi sempre inferiori alla media climatologica del periodo 1991- 2020, preso come riferimento, e le notti e i giorni caldi sono stati quasi sempre superiori alla media: ma nel 2022 le notti e i giorni caldi hanno fatto registrare entrambi il valore più alto della serie in Italia dal 1961, mentre i giorni freddi hanno fatto registrare il valore più basso.

Ed i mari? Non vanno meglio: la temperatura superficiale dell’acqua nel 2022 è stata la più alta dal 1982, l’inizio della serie storica, con un’anomalia di +1.0°C. Pur escludendo il 2003, gli ultimi dodici anni hanno registrato le anomalie positive più elevate di tutta la serie e il 2022 è stato il dodicesimo anno consecutivo con anomalia positiva rispetto alla norma. Le anomalie medie sono state positive in tutti i mesi dell’anno ad eccezione di aprile (-0.18°C), con gli scostamenti positivi dai valori normali massimi a giugno e luglio (+2.11°C entrambi)

Poca pioggia e tutta insieme 

Le precipitazioni sono state scarse e, quando presenti, fin troppo concentrate. Anche in questo caso parliamo di cifre record: con il 22 percento in meno di pioggia caduta rispetto alla media 1991-2020, il 2022 si colloca infatti al primo posto tra gli anni meno piovosi dell’intera serie dal 1961, seguito dal 2001 e dal 2017. La pioggia è mancata soprattutto da gennaio a luglio: il primo semestre del 2022 ha fatto registrare a scala nazionale precipitazioni inferiori alla norma addirittura del -39 per cento. Ma come per le temperature, quasi tutti i mesi hanno fatto registrare anomalie, in questo caso precipitazioni inferiori alla norma: fanno eccezione agosto, settembre, novembre e dicembre. Anomalo anche il fatto che il mese in cui ha piovuto di più, in proporzione, è stato agosto; ben il 69 per cento in più rispetto alla media degli ultimi 30 anni su tutto il territorio, che sale addirittura al 128 per cento al Sud e in Sardegna.

La siccità in Italia nel 2022

Temperature alte più precipitazioni scarse introducono la siccità. Il 2022 ha fatto registrare valori molto elevati di giorni asciutti: i più alti si sono registrati su Piemonte e Liguria di Ponente, Sicilia e Sardegna, dove si registrano localmente picchi di 330 giorni asciutti, con il massimo di 347 giorni a Capo Bellavista, in provincia di Nuoro, seguito da 345 giorni presso la stazione sinottica di Lampedusa. Praticamente, appena 20-30 giorni di pioggia in un anno.

Un po’ meglio è andata al nord, su Alpi e Prealpi centro-orientali e sulla dorsale appenninica: qui i giorni senza pioggia sono stati al massimo 230. Ma il rapporto Ispra si sofferma su un altro indice, quello dei giorni consecutivi senza pioggia, che ha fatto registrare valori molto elevati, in particolare sulla quasi totalità della Sicilia e della Sardegna (fino a 160 giorni secchi consecutivi in Sicilia e fino a 130 in Sardegna); notevoli anche i valori registrati sulla costa tirrenica centrale, fino a 100 giorni, e nella parte centrale del Piemonte (fino a 96 giorni secchi consecutivi). Purtroppo tutto lascia pensare che tra un anno dovremo dire le stesse cose del 2023.