Il progetto Serinnovation, del CREA, punta a istituire una filiera innovativa ed ecosostenibile

La performance economica è positiva ed in continua crescita, come testimonia il + 29,5% di export del settore nel I semestre 2022 rispetto allo stesso periodo 2021. E, dunque, l’industria della seta nazionale si conferma un’eccellenza del Made in Italy, benché il materiale di partenza sia spesso d’importazione.

Per sostenere e reintrodurre la gelsibachicoltura, un’attività ormai quasi scomparsa dal territorio italiano, è stato sviluppato il progetto SERINNOVATION. A cinque anni dalla fondazione del Gruppo Operativo, che è stato coordinato scientificamente dal CREA con il suo centro di Agricoltura e Ambiente, sono stati presentati i risultati di progetto.

Seta, la creazione di una filiera del valore

La maggiore sfida sostenuta consiste nella ricostituzione di una filiera, in cui alcuni passaggi tecnologici si erano perduti, a dispetto della grande eredità culturale.  Sono state, in particolare, affrontate quelle criticità (basso valore di mercato del bozzolo e alti costi di produzione), che ne avevano causato in qualche modo la scomparsa, valorizzando il patrimonio di risorse genetiche vegetali e la tradizione agricola e paesaggistica collegata, all’insegna dell’innovazione e della sostenibilità.

I risultati

L’obiettivo era organizzare in maniera efficiente la produzione, puntando alla meccanizzazione dei processi onde ottenere un risparmio di manodopera. Sebbene i macchinari siano ancora in fase prototipale, è stata conseguita la “prova di concetto” che una modernizzazione della filiera è realizzabile, con l’inserimento di quattro innovazioni:

1) raccolta dei rami in campo in maniera meccanizzata;

2) taglio automatico della foglia per l’allevamento;

3) separazione del bozzolo dalla spellaia (scarto di produzione);

4) cernita automatica del bozzolo in diverse classi merceologiche dirette ad alimentare le diverse industrie che utilizzano la seta.

Possibili sviluppi della filiera

La gelsibachicoltura potrebbe costituire una fonte di integrazione del reddito aziendale, variabile a seconda dell’indirizzo produttivo agricolo. Oltre all’indirizzo tessile tradizionale, reinterpretato dai partner industriali di progetto in chiave innovativa (gioielli di seta e oro e altre produzioni di tipo artigianale o artistico-creativo) anche attraverso la valorizzazione e l’utilizzo di alcuni sottoprodotti (scarti della lavorazione serica, crisalidi, residui di potatura dei rami di gelso).

In particolare, i sottoprodotti sono indirizzati all’impiego farmaceutico e cosmetico (ottenimento di integratori alimentari a partire da fitoestratti del gelso e creme e sieri a base di sericina), e biomedicale (dispositivi impiantabili nel corpo umano a base di fibroina). Tali utilizzi presuppongono accordi di filiera con l’industria per rispettare quantità e qualità necessarie a programmare e standardizzare la produzione.

Un nuovo modello produttivo, quindi, che includa anche un processo di tracciabilità e che sia sostenibile per l’ambiente, all’insegna dell’economia circolare e replicabile.

Il progetto.

SERINNOVATION – Innovazione, qualità, tracciabilità in gelsicoltura per lo sviluppo di fonti integrative di reddito per le aziende agricole – è un progetto quinquennale (Dicembre 2017 – Giugno 2023), finanziato dalla Regione Veneto, scientificamente coordinato dal CREA – Centro Agricoltura e Ambiente, che vede la partecipazione dei seguenti partner: CREA (Centro di Ricerca Agricoltura e Ambiente e di Ingegneria e Trasformazioni Agroalimentari), Università degli Studi di Padova TESAF – Dipartimento Territorio e Sistemi Agroforestali, Centro di Istruzione Professionale e Assistenza Tecnica Regione del Veneto, Istituto per la Certificazione Etica ed Ambientale, Agoris di Lapo e Pezzin Studio Tecnico Professionale, Veneto Marketing Srl, Il Brolo, Fattoria Sociale, Il Cantiere Verde, coop. Sociale, Az. Agricola Bernardo Lino, Az. Agricola Massimo Miotto, Az. Agricola Diego Trevisan.