È stato presentato ieri, a cura dell’Inea, il decimo Rapporto sullo stato dell’agricoltura italiana.

Che si è aperto con una notizia positiva; è solo nel 2012  che l’agricoltura mostra i primi segnali della crisi del 2008, in termini di caduta sia della produzione (-3,3%), sia, del valore aggiunto, la cui flessione in questo anno (-4,4%) è quasi il doppio di quella verificata per il PIL (-2,4%).

Di fatto l’agricoltura ha assorbito meglio la recessione in atto, almeno nei primi anni. La produzione ai prezzi di base e in valore reale nel 2008 è cresciuta, riducendosi nei due anni successivi per rimanere stabile nel 2011. Segnali positivi giungono dall’industria alimentare, che, nonostante la battuta d’arresto dell’economia, registra nel 2012 un lieve miglioramento del valore aggiunto (+0,8%), con una crescita del fatturato di 2,3% rispetto all’anno precedente. Sintomo di una ristrutturazione del settore è la diminuzione delle imprese agricole, come dimostrato anche dal censimento del 2011, che si attestano a 809.745 unità del 2012, con una riduzione di circa 19.000 unità.

Nell’industria agro-alimentare le imprese rimangono sostanzialmente invariate, attestandosi a 56.000 unità circa. Gli occupati totali del settore scendono a 849.000 del 2012, con una drastica riduzione di quelli indipendenti, imputabile alla forte prevalenza di aziende familiari presenti in Italia, che sono diventate inattive. Nel 2012 la spesa per i consumi intermedi dell’agricoltura, inclusa la silvicoltura e la pesca, è stata pari a 25.040 milioni di euro correnti (+2,9% rispetto al 2011), dovuto all’aumento dei prezzi (+5,1%) e alla diminuzione delle quantità utilizzate (-2,1%).

È proprio sul fronte della domanda interna che il settore evidenzia le maggiori difficoltà. I consumi alimentari nel 2012 registrano una contrazione della spesa per generi alimentari a valori correnti dello 0,7% e una contrazione ancora ancor più a valori costanti (-3%). Di contro, il commercio internazionale ha visto la crescita delle esportazioni agro-alimentari dal 7% all’8,2% del totale nel periodo 2007-2012. Ad un incremento in valori correnti di soli 5,1 miliardi di consumi alimentari interni, si contrappone una crescita di 7,3 miliardi, a prezzi correnti, di esportazioni di prodotti alimentari. La bilancia commerciale alimentare ha rego un andamento positivo del saldo normalizzato, passato dal -15% del 2007 al -9% del 2012.

La produzione di energia rinnovabile elettrica ha già quasi raggiunto l’obiettivo europeo 20-20-20 (circa 93 TWh prodotti nel 2012 rispetto ad un obiettivo 2020 di 100 TWh) per la crescita delle installazioni, in particolare degli impianti fotovoltaici: dal 2010 l’Italia ha incrementato la capacità installata di circa 13 GW, raggiungendo quasi 17 GW complessivi con costi significativi per la collettività (oltre 10 miliardi di euro/anno sulla bolletta energetica dei consumatori), ma anche benefici ambientali (riduzione di 18 milioni di tonnellate di CO2), occupazionali ed economici (tra cui la riduzione di importazioni di combustibili fossili per 2,5 miliardi l’anno) e di sicurezza energetica.