Un piano per il rilancio del grano duro in Sardegna.

Un piano per il rilancio del grano duro in Sardegna. L’iniziativa parte dall’Assessorato regionale dell’Agricoltura: pronto un bando, in tandem con l’Agenzia regionale per il sostegno all’agricoltura (Argea) rivolto agli operatori del comparto, dagli agricoltori ai trasformatori, dai mugnai ai panificatori.

L’obiettivo è aumentare le aree destinate alla coltivazione del cereale attraverso un prezzo minimo garantito per il prodotto (dovrebbe aggirarsi intorno ai 25 euro a quintale) e premi sulla qualità.

L’intervento dovrebbe erogare un premio agli imprenditori agricoli o associati che coltivano grano duro e che aderiscono ad un accordo di almeno tre anni. Le zone storiche del grano duro in Sardegna? Principalmente Trexenta, Marmilla, Parteolla, Sinis, Anglona, e la Nurra.

Dieci anni fa gli ettari dedicati al grano duro erano 87 mila ma poi c’é stato un crollo che ha portato ai 24 mila ettari del 2011. Numeri in crescita nel 2012 anche grazie a una legge regionale che garantisce aiuti a chi investe nel settore: ora sono 40 mila gli ettari coltivati a grano duro.

Il traguardo è quello di ritornare ai quantitativi di dieci anni fa. “Raccogliamo – ha detto l’assessore regionale dell’Agricoltura, Oscar Cherchi – il grido d’allarme lanciato dai produttori. Il nostro intento è quello di creare una vera e propria filiera mettendo insieme produzione e trasformazione“.

Fra le condizioni generali del bando c’é anche quella che prevede premi per lo stoccaggio differenziato del prodotto per almeno ventimila quintali all’anno. Una formula che consenta di isolare ed elevare la qualità del grano. Aiutando la “tipicizzazione” del grano sardo