La Puglia si conferma regione con il maggiore volume di produzione (70%), seguita da Sicilia e Calabria (15%). Le stime attuali nazionali prevedono un volume sotto le 300 mila tonnellate
Non conosce tregua in Europa l’aumento dei prezzi dell’olio d’oliva, né l’incertezza per il mercato, non attenuato dalle recenti piogge in Spagna. Le piantagioni iberiche producono quasi la metà dell’olio mondiale e hanno sofferto di un lungo periodo di siccità, hanno dimezzato il numero di olive disponibili per la precedente raccolta. Le piogge recenti offrono solo un po’ di sollievo agli oliveti, ma le prospettive per la prossima campagna in Spagna rimangono generalmente pessimistiche.
La carenza di olio proveniente dai produttori spagnoli e i consumi globali mediamente stabili durante gran parte del 2023 hanno ridotto drasticamente le scorte disponibili per i mercati europei, con un aumento sensibile dei prezzi e tensione sul mercato per la campagna in arrivo. Una situazione fotografata dall’ultimo Report sul mercato dell’olio d’oliva di Certified Origins, leader internazionale nella produzione di olio d’oliva che offre anche una panoramica dettagliata su tre dei principali mercati europei: Italia, Spagna e Grecia.
Cosa accade in Italia? I dati dell’Ismea rivelano un aumento dei prezzi dell’Olio Extra Vergine di Oliva, passando da un già elevato 8,03 €/Kg a luglio a un ancor più alto 9,11 €/Kg a settembre. Questo aumento si riflette su tutto il settore, con una pressione crescente sia per i produttori che per i consumatori, e particolarmente per coloro che sono alla ricerca di un olio d’oliva tracciabile, di alta qualità e senza pesticidi. Laddove le catene di supermercati hanno provveduto ad aggiornare i listini si nota una contrazione dei consumi di circa il 15-20%. In altri paesi, come la Spagna o la Grecia, questa contrazione è stata pari rispettivamente del 20-25% e del 40%.
Secondo l’Osservatorio, nella prossima stagione di raccolta i frantoi affronteranno qualche difficoltà nel reperimento di manodopera qualificata. Nonostante ciò, le condizioni meteorologiche più favorevoli, caratterizzate da piogge e alte temperature, hanno limitato efficacemente gli attacchi degli insetti infestanti, lasciando presagire una stagione olivicola sana e la produzione di oli di alta qualità. La Puglia si conferma come la regione con il maggiore volume di produzione (70%), seguita da Sicilia e Calabria (15%), Toscana, Liguria e la regione del Garda. Le stime attuali nazionali prevedono un volume sotto le 300 mila tonnellate.
Nonostante le attese piogge di settembre, la Spagna continua a lottare contro le severe conseguenze di una delle siccità più prolungate della sua storia. I prezzi dell’olio d’oliva continuano a salire, registrando un aumento del 11% in soli due mesi, toccando quota 8,42 €/Kg a settembre.
In Grecia. Quest’estate la Grecia ha affrontato eventi naturali estremi, con incendi e inondazioni che hanno causato danni parziali anche alle piantagioni di olivi, particolarmente nella regione di Makri, nota per la varietà di olive Makri e per essere una Denominazione di Origine Protetta (DOP). Le aspettative per il raccolto dell’anno prossimo sono significativamente ridotte, con una previsione di circa il 50% in meno rispetto al raccolto record dell’anno scorso.