Con l’assessore alle Politiche agricole e agroalimentari della Regione Molise, Angiolina Fusco Perrella, ha inizio una serie di incontri che la nostra testata promuove con i vertici della politica agricola a livello locale.
Il prossimo appuntamento è previsto con Tiberio Rabboni, assessore all’Agricoltura, economia ittica, attività faunistico-venatoria della Regione Emilia-Romagna.
L’assessore Fusco Perrella, molisana di Riccia, in provincia di Campobasso, è laureata in pedagogia e specializza in Economia. E’ stata docente presso il Magistero sperimentale del Molise e docente presso l’Università di Cassino, svolgendo anche attività di ricerca nel campo socio-educativo. Consigliere regionale dal 1994 al 2001, presidente del Consiglio regionale dal 2001 al 2006, è stata assessore regionale al Lavoro, formazione professionale, politiche sociali, politiche della famiglia, politiche giovanili, cooperazione e obiettivi sanitari nella passata legislatura, confermando la forte sensibilità per i temi sociali anche sul fronte agricolo.
– Assessore Perrella, sin dal suo insediamento come assessore all’Agricoltura, ha sostenuto con forza il metodo della concertazione e la strategia di rete territoriale sugli interventi di sviluppo rurale. Quali a suo avviso devono essere le tappe dell’azione comune? “Il metodo di confronto e di concertazione che abbiamo saputo ricostruire con le rappresentanze agricole, gli ordini professionali e i rappresentanti degli interessi socialmente più rilevanti non solo sta dando buoni frutti, rispondendo pienamente alle attese, ma è anche largamente apprezzato, come attestano il livello di fiducia e di gradimento degli addetti ai lavori. L’agricoltura rappresenta una delle attività produttive trainanti per la nostra regione, un volano di sviluppo per il territorio ed una preziosa opportunità occupazionale per i giovani. L’agricoltura è, dunque, una risorsa decisiva per l’economia regionale, su cui anche l’Unione europea ha scommesso per la nuova programmazione dello sviluppo rurale. Ecco perché stiamo compiendo uno sforzo corale che, attraverso la collaborazione e lo scambio di esperienze, dovrà portare la nostra agricoltura e le nostre aziende a crescere, coniugando sviluppo e innovazione, occupazione e sostenibilità. Ciò significa garantire il reddito agli operatori del settore e l’integrità degli ecosistemi ambientali, promuovendo, nel contempo, la conoscenza dei metodi innovativi di produzione, ma anche dei patrimoni genetici autoctoni, dei prodotti tipici e del loro valore biologico, sociale ed economico. E’ questo il percorso che consentirà di favorire l’ingresso dei giovani in agricoltura, come richiesto dalla strategia Europa 2020, proponendo loro un modo nuovo di essere agricoltori, basato su competenze, conoscenze e una visione più orientata al mercato di qualità e alla competitività. Insomma, riorganizzare e riconvertire la produzione, favorire il ricambio generazionale, collocare i prodotti su nuovi mercati e investire sui giovani che scommettono in agricoltura sono le priorità per il futuro dell’agricoltura molisana. Non a caso potenziare la competitività dell’agricoltura e la redditività delle aziende agricole, incoraggiando l’organizzazione della filiera agro-alimentare sono gli obiettivi fissati dalla nuova programmazione 2014-2020. In essa centrale è la promozione di una crescita intelligente, sostenibile e solidale: intelligente grazie a una maggiore conoscenza, innovazione e istruzione; sostenibile grazie a una più efficiente produzione e a una crescente competitività; solidale attraverso una maggiore partecipazione al mercato del lavoro, l’acquisizione di competenze e la garanzia del reddito.
– Iniziando un processo di rinnovamento del settore, su cosa, in particolare, occorre puntare? “Stiamo investendo molte energie nella politica di sviluppo rurale, puntando sulle questioni che vorremmo ulteriormente rilanciare nel prossimo periodo di programmazione 2014-2020, con riferimento in particolare alla competitività delle aziende e ai temi dell’integrazione e dell’aggregazione. Il messaggio da veicolare è che oggi è necessario adottare un’ottica diversa rispetto al passato e capire che ‘stare insieme’ è un fattore decisivo per la crescita e lo sviluppo dell’agricoltura. In altre parole, miriamo a promuovere il partenariato agricolo, anche mediante l’applicazione della normativa in favore delle reti di imprese. Vogliamo, inoltre, promuovere la cultura della qualità dei nostri prodotti in quanto espressione della nostra identità regionale. L’obiettivo è, insomma, quello di far conoscere sui mercati le eccellenze dell’agroalimentare molisano. Siamo convinti, infatti, che le produzioni alimentari tipiche e di qualità abbiano un ruolo fondamentale nell’economia dell’agricoltura e siano determinanti per vincere la sfida della competitività.
– Assessore, la valorizzazione dei prodotti tipici può contribuire a contrastare la caduta dei prezzi alla produzione che interessa quasi tutti i comparti agricoli? “Il meccanismo dei prezzi bassi che si ripercuote sul tessuto imprenditoriale e sul potere d’acquisto dei consumatori può essere contrastato attraverso la creazione di una filiera agricola tutta molisana firmata dagli agricoltori, che preveda lo svolgimento di tutti i processi produttivi in Molise e che renda visibile la territorialità dei prodotti, attraverso un marchio ‘Made in Molise’, la trasparenza della filiera e l’indicazione dell’origine sull’etichetta. Parole chiave, dunque, sono sicurezza, trasparenza, qualità e tracciabilità del prodotto. Diventa sempre più necessario, inoltre, rafforzare i rapporti contrattuali tra produttori, trasformatori e circuiti commerciali anche attraverso forme di contrattazione collettiva, basate su regole chiare per consentire a chi produce di avere il giusto reddito. La realizzazione di tale progetto pone varie linee di intervento, tra cui spiccano gli investimenti infrastrutturali e logistici per le imprese agricole e la realizzazione della banda larga, cui abbiamo destinato cospicue risorse del Piano di sviluppo rurale. Altrettanto fondamentale è il discorso della facilitazione dell’accesso al credito, cui stiamo orientando i nostri sforzi, anche in termini di investimenti economici. Non secondario, infine è creare una rete all’interno del sistema dell’agroalimentare, capace di innescare autonomamente meccanismi di sviluppo del territorio, nell’ottica di un’agricoltura multifunzionale.
– Le energie rinnovabili possono davvero rappresentare una prospettiva interessante per gli imprenditori agricoli? “Lo sviluppo sostenibile dell’agricoltura è strettamente connesso alla scelta di politiche orientate al ricorso alle fonti rinnovabili e all’uso razionale ed efficiente di energia. Per questo anche noi abbiamo focalizzato l’attenzione sulla filiera del biogas, in considerazione dell’enorme potenzialità del territorio regionale e dei benefici ricavati dalle aziende agricole nella produzione e vendita di energia da fonte rinnovabile. I vantaggi sono molteplici, a partire dalla possibilità di valorizzare i prodotti di scarto e i sottoprodotti dell’attività agricola, primo fra tutti gli effluenti zootecnici, il cui smaltimento comporta aggravi economici e potenziali rischi di inquinamento ambientale. La misura è in definitiva orientata ad incentivare la realizzazione di impianti di produzione di biogas alimentati da biomasse, offre agli imprenditori agricoli una preziosa opportunità di diversificazione delle loro attività, unitamente alla possibilità di integrare il reddito, questione non secondaria, specie in una fase congiunturale segnata dagli effetti della crisi economica, dall’instabilità dei prezzi energetici e dagli impegni ambientali da rispettare.
– Classica domanda finale: i progetti per il futuro? “Sono in fase di definizione azioni sperimentali di agricoltura sociale destinate a cooperative o aziende agricole che, oltre a produrre beni agro-alimentari, svolgono un’attività sociale, attraverso l’inserimento lavorativo o il recupero terapeutico di persone svantaggiate. Come ho già detto, intendiamo cogliere la sfida della nuova agricoltura e puntare decisamente anche su attività connesse alla tradizionale azienda agricola, come l’agriturismo, l’erogazione di servizi alla collettività e le fattorie didattiche e sociali. Vogliamo costruire un’agricoltura che parta dal basso, per rispondere e cogliere i cambiamenti dettati dai bisogni emergenti, sì da trasformare la crisi in opportunità di crescita, convertendo le odierne criticità in occasioni di rilancio e sviluppo per il settore. L’obiettivo ambizioso che perseguiamo è, quindi, qualificare ed incrementare l’intero sistema produttivo locale, mettendo a valore le sue specificità, attraverso il sostegno alle iniziative che possono aumentare l’attrattività dell’ambiente rurale come sede di investimento e di residenza. Ciò nella convinzione che lo spazio rurale è una delle componenti più originali del Molise, dei suoi territori, della sua identità, fatta di cultura e tradizioni che rappresentano un ricco patrimonio da tutelare e valorizzare”.