Per undici giorni, dal 14 al 24 luglio, la cittadina campana ospiterà la prima edizione del ‘Giugliano pizza fest’.
Una kermesse alla quale parteciperanno le 13 pizzerie storiche della provincia per celebrare il simbolo del made in Italy in tutto il mondo. “A pizza nu pranzo po’ puveriello e nu sfizio pà nobiltà”. Oggi la pizza è soprattutto storia di un territorio. E’ il simbolo del made in Italy in tutto il mondo. Un successo dovuto a pochi semplici ingredienti rigorosamente italiani: pomodoro, mozzarella e basilico, farina, sale e lievito.
Per celebrare il prodotto che rappresenta Napoli nel mondo, Giugliano, il comune campano che sorge a nord dei Campi Flegrei, sarà la capitale della pizza. Giugliano ‘regina’ della pizza e ‘regina’ della regione. E parlando di regione, non può non venire in mente la regina Margherita che diede il nome alla pizza più importante del mondo.
La tradizione vuole che la Regina di Casa Savoia invitò a corte il più famoso pizzaiolo della città per assaggiare il piatto che tanto piaceva al popolo napoletano. L’11 giugno del 1889 il pizzaiolo, per l’occasione, preparò tre varietà di pizza, una con olio, formaggio e basilico; una con i “cecenielli” (bianchetti) e una con mozzarella e pomodoro a cui la moglie aggiunse una foglia di basilico, ispirata dal colore della bandiera sabauda: verde basilico, bianco mozzarella e rosso pomodoro, e la chiamò proprio come la regina. Nasce la Margherita in onore della Regina d’Italia.
Da allora sono passati 122 anni, ma cronologicamente, la pizza napoletana più antica è la “mastunicola”, la cui origine dovrebbe datare 1660. Una storia infinita, che parte da lontano e sconfina nella leggenda. Si narra che nel 1772, Ferdinando di Borbone, re di Napoli dal 1751 al 1825, avesse violato le regole dell’etichetta entrando nella pizzeria di Antonio Testa detto n’Tuono, che aveva la bottega alla Salita S. Teresa. Il re volle assaggiare quel piatto che tanto piaceva al suo popolo e, a Corte, lo descrisse con parole ispirate. Allora nobiluomini e nobildonne della Corte napoletana lo imitarono e la “pizzeria” divenne un locale alla moda. Il “pizzaiolo” n’ Tuono elevò il tono della sua “pizzeria” rendendola degna del favore della Corte, ma non riuscì mai ad avere il favore della regina, Maria Carolina d’Asburgo, che non volle la pizza servita a Corte. Per continuare a gustarla bisognava andare solo nella “pizzeria”. Ferdinando II, successore di Ferdinando di Borbone, al contrario, non ebbe alcun ritegno nel manifestare pubblicamente la predilezione per i piatti del suo popolo. Ne “La fine di un regno” si legge: “A Ferdinando II, napoletano in tutto, piacevano quei cibi grossolani del quali i napoletani sono ghiotti: il baccalà, il soffritto, la mozzarella, le pizze e i vermicelli al pomodoro”. E’ allora che nelle trattorie napoletane nasce la “ristorazione con un solo piatto”, la pizza e, di fatto, nascono le prime pizzerie. Per celebrare centoventidue anni di storia, di prelibatezza della cucina planetaria che hanno trasformato il pranzo po’ puveriello nell’eccellenza che rappresenta Napoli nel mondo, Giugliano sarà per undici giorni la capitale della pizza.