Tra mimosa, dolci e cene romatiche la celebrazione dell’8 marzo muove un discreto giro d’affari

La ricorrenza di oggi, celebrata lo stesso giorno in quasi tutto il mondo, è un momento di riflessione che offre un ottimo angolo per scandagliare l’andamento della nostra società. E presenta un lato commerciale del tutto significativo. Ne beneficiano soprattutto fiorai e ristoranti, che in questi giorni hanno visto lievitare il lavoro in vista della Festa della Donna.

8 marzo a tavola

Sono migliaia le prenotazioni di torta mimosa, dolci ideati per la ricorrenza, cene da fare in gruppo oppure a coppia. È un evento che, mediamente, spinge il fatturato tra il 30 e il 40% in più rispetto a un giorno normale e che registra un’ulteriore crescita rispetto ad un anno fa, quando permanevano ancora delle restrizioni. La fotografia arriva da Confcommercio Pistoia e Prato, relativamente ad un appuntamento che richiama un indotto notevole per il territorio.

Giro d’affari in vorticosa crescita

Una dinamica confermata dagli stessi imprenditori: ormai gli italiani sono previdenti ed in moltissimi si sono mossi con anticipo, ma tanti clienti arriveranno anche a ridosso dell’8 marzo. Specie per quel che concerne l’acquisto delle mimose. Negli ultimi tre anni il lavoro è cambiato molto, ma questa festa rimane un punto di riferimento; ci sono stati molti ordini per mazzolini di mimosa da uffici, bar e pasticcerie, in più centinaia di privati concentrano i loro acquisti tra il giorno della ricorrenza e quello precedente. Certamente ci si attende un grande incremento rispetto alle ultime due annate, contrassegnate ancora dalla pandemia e dalle relative restrizioni.

Mimose, la festa vale 12 milioni

Il settore che sarà premiato più di tutti è quello vivaistico; le mimose si stima costituiscano un business da 12 milioni euro. I prezzi sono in salta del 20%, con un -40% di prodotto per via delle fioriture anticipate a gennaio.

La mimosa è la pianta simbolo della Festa della donna e l’8 marzo, da solo, vale l’85% degli acquisti di stagione. Si tratta di 10 milioni di mazzetti pronti a essere regalati ad amiche, fidanzate, mogli. Tuttavia, si segnala scarsità di prodotto (-40%) dovuto a fioriture anticipate in gennaio per effetto di temperature ben al di sopra della media e un impatto negativo della siccità, soprattutto in Liguria da dove arriva il 90% della produzione nazionale. Se i produttori floricoli sono, comunque, riusciti a mantenere prezzi stabili rispetto allo scorso anno, si segnala un +20% del costo al dettaglio sulla parte commerciale. Per far fronte agli effetti del climate change, il vivaismo nazionale sta ora studiando varianti tardive di mimosa che possano soddisfare la grande richiesta in occasione della festività dell’8 marzo.

Pur in una situazione complessivamente difficile per l’agricoltura, a causa di siccità e aumento costi delle materie prime, i florovivaisti Italiani segnalano un discreto livello di export. A causa degli eccessivi costi di trasporto si è, infatti, ridotta l’importazione in Europa di fiori dal Sud America e dall’Africa.