Roma e Londra mettono a repentaglio i rapporti bilaterali per una questione d’etichetta, è proprio il caso di dire. La corsa estate l’esecutivo di Cameron ha varato un provvedimento che impone all’industria alimentare di adottare il sistema delle etichette a semaforo.
Il verde starebbe ad indicare alimenti sani, che si possono consumare senza problemi anche tutti i giorni. Se c’è il giallo, invece, occorre moderazione, altrimenti un eccesso può avere conseguenze spiacevoli mentre con il rosso la soglia d’attenzione deve salire; gli alimenti possono essere mangiati solo una volta ogni tanto, con estrema moderazione. Cosa determina lo “stato” di un alimento? Il contenuto di grassi, zuccheri e sale.
L’Italia si sente svantaggiata da questo tipo di classificazione. Il Ministro De Girolamo promette di riprendere l’argomento al prossimo Consiglio Europeo dei ministri dell’agricoltura, la settimana ventura. Teme che i consumatori, vedendo il semaforo rosso, inconfondibile segnale di pericolo in tutto il mondo, siano incentivati a non consumare gli alimenti che lo espongono. Ma c’è anche il rischio di disorientare il consumatore, che potrebbe perdersi in caso di sovrapposizone di più etichette, quelle btitish e quelle omologate nel paese produttore del bene alimentare.
La De Girolamo sostiene che il sistema a semaforo sia contrario alle norme comunitarie in materia di prodotti a marchio Doc e Igp. Ma soprattutto è contrario alla dieta mediterranea, patrimonio dell’Unesco; gran parte degli alimenti che la compongono sono stati classificati con il semaforo rosso.
Olio, formaggi e salumi rischiano così di perdere, per legge, importanti quote di mercato nel Regno Unito. Informare in questo modo i consumatori quindi, per il nostro ministro è “semplicistico” e non tiene conto di tutta la sapeinza manuale che sta dietro ai processi di trasformazione degli alimenti. Tonio Borg, commissario alla salute, invece ritiene così “interessante” questa nuova modalità che intende “osservarne gli sviluppi”.