Si chiamano Green Investment Bank (gib) e floor price, le prime misure studiate dal governo britannico per contrastare le emissioni di co2.

La prima riguarda la creazione di un istituto di credito apposito, finalizzato al taglio delle emissioni. La banca, per il momento senza grandi risorse, si alimenterà attraverso il mercato delle emissioni stesse, finanziato dalle imprese energetiche che pagheranno in base alla quantità di anidride riversata. La banca è attesa da un gravoso impegno, considerata l’entità delle somme che dovrà erogare per rispettare gli impegni governativi assunti in fase negoziale (si parla di 200 miliardi).
Il floor price, invece, è il prezzo base per la compravendita di permessi di emissione. Si tratta di un prezzo che non potrà mai scendere e che sarà prestabilito per legge, anche se il trend di mercato lo vedesse diminuine. Così, l’energia derivante dai combustibili fossili sarà sempre più costosa, e quella di provenienza più “green” sarà più appetibile.
C’è da evidenziare che l’intera architettura della manovra ha avuto sostegno bipartisan. Ancora non sappiamo se funzionerà, ma vedere così unita l’intera classe dirigente di un paese così influente è certamente motivo di sollievo.