L’indicatore elaborato dall‘Ismea, che sintetizza il sentimento del settore attraverso valutazioni su ordini, attese di produzione e livello delle scorte, si è attestato a -13,3 (in un campo di variazione che oscilla tra -100 e +100), registrando una riduzione di circa sei punti sia su base trimestrale, sia rispetto allo stesso periodo del 2011.

Dai giudizi raccolti a dicembre presso un panel di 1.200 operatori industriali emerge, in particolare, un significativo deterioramento (rispetto al trimestre precedente) delle attese produttive di breve termine.

Di pari passo si è riscontrato un miglioramento dei giudizi sul livello delle scorte, per effetto di politiche di contenimento della produzione messe in atto dalle imprese. Sull’andamento degli ordini, la metà quasi degli intervistati segnala una contrazione rispetto alla media del periodo, correlata alla debolezza della domanda interna. Solo per alcuni segmenti caratterizzati da una maggiore propensione all’export si rileva un effetto compensazione, grazie al buon andamento delle commesse all’estero.

I giudizi positivi sulla dinamica delle vendite oltreconfine trovano peraltro riscontro nelle previsioni Ismea di una crescita del 7,7% delle esportazioni (in valore) di alimenti e bevande nel 2012. Tracciando un bilancio dell’intera annata – conclude l’Istituto – emerge per l’industria alimentare uno scenario difficile e in peggioramento rispetto al 2011.

Si segnalano solo alcune eccezioni rappresentate dai segmenti dell’industria dolciaria, della mangimistica e del riso, comparti che oltre a un indice di fiducia positivo registrano un’evoluzione leggermente più favorevole rispetto al 2011.