Ben -9% da inizio anno. La motivazione sembra squisitamente economica
Il Report di Agosto ad opera dell’Osservatorio di Mercato di CSO Italy sugli acquisti di ortofrutta da parte delle famiglie italiane chiude il bimestre estivo, centrale per i consumi di ortofrutta, con dati negativi, che vanno a pesare sul bilancio dei primi otto mesi dell’anno. Infatti, da gennaio ad agosto l’ortofrutta ha perso, rispetto ai primi otto mesi del 2021, 354 mila tonnellate di acquisti, pari ad un calo del 9%. Se si considerano i consumi di 5 anni fa, invece, il calo arriva al 15%.
In termini di valore, però, i dati sono diversi. Come in luglio, anche in agosto il volume d’affari generato dall’ortofrutta è cresciuto parecchio, segnando un +4,5 rispetto all’agosto 2021 per un ammontare di quasi 854 milioni di euro, valore mai raggiunto nell’agosto degli ultimi cinque anni. Se però si considerano i primi 8 mesi il confronto in valore con il 2021 torna negativo, con un differenziale del -2%: in 6 mesi su 8, infatti, gli acquisti di ortofrutta hanno perso anche in valore.
Acquisti alimentari, pesano i rincari e l’inflazione
E questo calo da cosa è causato? Le difficoltà socio-economiche degli italiani, che si vanno ad aggiungere alla contrazione fisiologica del consumo in atto da anni, sono sempre le stesse. In estate, l’inflazione si è fatta sentire sui carrelli della spesa con un incremento in agosto del 10% del prezzo medio di acquisto sullo stesso mese del 2021 e di quasi il 20% sullo stesso mese del 2019.
“Se distinguiamo il consumo di frutta da quello degli ortaggi – precisano dall’Osservatorio di Mercato di CSO Italy – vediamo che gli acquisti di frutta hanno perso in agosto il 5% rispetto allo stesso mese del 2021 mentre gli ortaggi hanno lasciato sul campo il 6%. L’aumento dei prezzi medi può aver inciso su questo andamento negativo. Un chilo di frutta è salito mediamente a 1,89 euro, cioè il 9% in più rispetto all’agosto 2021, mentre il prezzo medio di un chilo di ortaggi ha superato la soglia dei 2 euro, attestandosi sui 2,19 euro, una quotazione nettamente superiore a quella media degli anni precedenti”.
Chi perde e chi guadagna
L’andamento dei singoli prodotti risulta piuttosto diversificato, anche se non mancano le note positive. Gli acquisti di pesche (che avevano avuto un andamento negativo in luglio) sono risaliti dell’8% in agosto, quelli delle nettarine dell’1%; le albicocche segnano in agosto un +12% e i piccoli frutti un brillante + 15%. Angurie sotto invece del 15% e i meloni del 4% dopo un luglio positivo per entrambi (ma il differenziale di prezzo in agosto è stato enorme: +34% per le angurie, +32% per i meloni); in sofferenza anche le susine con un – 5%. I prezzi medi sono segnalati in crescita in agosto per pesche, uva, banane, nettarine e sono in calo per mele, albicocche, susine e limoni.
Per quanto riguarda gli ortaggi, pomodori e patate segnano in agosto rispettivamente un calo degli acquisti del 2 e dell’1%. Con eccezione delle carote (+4%), delle cipolle (+6%), dei cavolfiori (+22%) e delle bietole (+21%), perdono posizioni le altre specie orticole: le zucchine cedono il 7%, le insalate il 9, le melanzane il 10, i peperoni il 14, i cetrioli il 17, i fagiolini il 27, i finocchi il 23, le zucche il 35. In questo panorama generalmente depresso, con le insalate pure in perdita, conquistano sempre più quote di mercato invece le insalate di IV Gamma che segnano un netto +16% di acquisti in agosto rispetto al 2021 e ancora di più (+19%) rispetto all’agosto 2018.