I consumi in generale sono calati negli ultimi 10 anni, ma l’incidenza della spesa alimentare è passata dal 17 al 18%.
L’ultima analisi di Confcommercio illustra l’andamento dei consumi alimentari. La conferma del cambiamento dei gusti degli italiani si riflette, e non potrebbe essere altrimenti, anche sugli acquisti. I consumi in generale sono calati negli ultimi 10 anni, ma l’incidenza della spesa alimentare è passata dal 17 al 18%.
Scendono le voci dell’alimentazione tradizionale (pasta, carne, formaggi) e anche il pane, tengono i prodotti ittici mentre sale la spesa per frutta e verdura e quella per i pasti fuori casa. La spesa media mensile scende, il calo è del 15,4% (da 546 a 462€), in linea con la riduzione dei consumi totali (-15,1%). Negli ultimi 10 anni, se i consumi totali sono calati (-15,1%) passando da 3.028 euro del 2007 ai 2.571 euro del 2018, risulta in difficoltà anche il commercio al dettaglio in generale: tra il 2008 e il 2019 si è registrata una riduzione di circa 73mila esercizi di tutte le dimensioni ad eccezione di alcune forme di vendita al di fuori dei negozi, in continua crescita soprattutto in due settori: distribuzione automatica di prodotti e vendite attraverso Internet.
Frutta e vegetali valgono nel 2018 oltre il 4% della spesa aggregata e quasi il 23% della spesa alimentare, con una crescita di 4,2 punti percentuali assoluti rispetto all’incidenza che avevano nel 2007. Più in generale invece i consumi di frutta e vegetali e le spese per pasti e consumazioni fuori casa calano in volume piuttosto rapidamente nei periodi peggiori della crisi (tra il 2008 e il 2013) e crescono in misura relativamente vivace quando si innesta una pur modesta ripresa (dal 2014 in poi). Nel 2019, in termini reali pro capite, gli indicatori di reddito, ricchezza e consumo medio si posizionano ancora molto al di sotto dei massimi storici raggiunti nel 2007. In termini di consumi, nel 2019 la spesa reale è ancora inferiore di 851 euro a persona.