Si sono conclusi i lavori del IX Congresso nazionale dell’Unione Coltivatori Italiani. L’incontro, dal tema “La sfida del presente: rischi ed opportunità per l’agricoltura“, ha visto la partecipazione di settanta delegati nazionali.
La relazione del Presidente Mario Serpillo, riconfermato all’unanimità, ha voluto rappresentare il momento attuale, ricco di difficoltà per il settore primario, ma con qualche opportunità di crescita e sviluppo. L’attualità ci consegna temi molto delicati: dal pericoloso negoziato per la nuova Pac, alla questione ambientale troppo spesso sottovalutata e che si scontra con gli egoismi degli stati, in primis quelli occidentali.
La finanziarizzazione dell’agricoltura, in base alla quale “il prezzo del mais non dipende più dal raccolto ma dall’andamento della borsa di Chigago“, agli ogm, all’odioso fenomeno del land grabbing, che alimenta di fatto il mercato delle commodities agroalimentari riconducendo la produzione alla finanza, a detrimento dei coltivatori di tutto il mondo.
Sul piano interno, il presidente ha posto l’accento sulla manovra del governo Monti, che presenta intenzioni di equità ma finisce col penalizzare duramente la categoria dei piccoli e medi produttori, senza dimenticare che le riforme nel campo dell’economia agraria sono ormai indifferibili.
“La nostra società riserva poco spazio ai giovani ed alle donne“, e questo è uno dei temi da seguire per il futuro. L’assemblea ha riconfermato l’impegno dell’Uci nella difesa dei valori democratici e solidaristici della società, rinnovando l’impegno di tutta la struttura verso il loro conseguimento.
Lo strumento più idoneo al conseguimento del nobile fine è il posizionamento al centro del dibattito nazionale del valore del lavoro. Che, traslato in agricoltura, si sostanzia nella difesa delle produzioni Made in Italy, nella cura dei nostri marchi, nella lotta alla falsificazione ed alla frode alimentare. Trait d’union strategico, l’alleanza della parte produttiva della società con i consumatori.
“L’agricoltura produce beni pubblici, al servizio della collettività, ma non è remurata per questo. Occorre un’azione sindacale forte e ben direzionata”. Sono state invocate misure di allegerimento sul costo dei carburanti, l’esenzione dall’imu, la semplificazione burocratica, politiche chiare e costruttive sulle energie rinnovabili.
Forte della propria tradizione democratica e di un’esistenza ormai quasi cinquantennale (l’Uci quest’anno raggiunge i quarantesei anni d’età), l’Unione Coltivatori Italiani “rivendica la cultura della concertazione rivolgendosi a ogni possibile parte sociale interessata (consumatori, università, associazioni, enti locali, etc…) e mirando alla sua partecipazione e coinvolgimento”.
Ancora, l’Uci ricorda che un’agricoltura sana è anche una componente essenziale di una società più giusta, consapevole, matura: difende le pari opportunità di genere, e promuove l’accesso dei giovani al ruolo di imprenditore agricolo. L’Uci è consapevole del ruolo dei lavoratori stranieri in agricoltura, e promuove politiche di integrazione e antirazziste.
L’Uci, nel 150° anniversario dell’Unità d’Italia, “si richiama ai valori costituzionali e della repubblica, e si impegna a proseguire con sempre maggiore convinzione e decisione il suo contributo per un’Italia più democratica, più libera, più aperta.”
Riconfermato anche Francesco Leone quale Vice-Presidente, ed Antonio Padovani, Amministratore. Confermati anche gli organi.