Ben 400 record battuti a causa del riscaldamento globale lo scorso anno. E crescono pure gli eventi atmosferici catastrofici in tutto il mondo

Era Ferragosto e a Floridia, in provincia di Siracusa, si registravano ben 48,8 gradi centigradi. Ed il paese finì sui principali giornali internazionali. Questo è solo uno dei circa quattrocento valori record registrati da altrettante stazioni meteorologiche in tutto il mondo nel corso dell’anno appena concluso; fa più di uno al giorno. si tratta di segnali piuttosto certi del riscaldamento globale.

Ma non solo Sicilia. Hanno fatto scalpore i 49,6 gradi centigradi toccati il 29 giugno nella cittadina di Lytton, in Canada, un posto non proprio celebre per le temperature tropicali, che a distanza di pochi giorni è stata semi distrutta da un incendio. C’entra il clima? Probabilmente sì.

La cupola di calore che ha sconvolto l’Oregon e la British Columbia tra fine giugno e inizio luglio si è rivelata straordinaria. Ben 107 valori record sono stati registrati dalle stazioni meteorologiche canadesi.

Oltre al Canada e all’Italia, altri otto stati hanno pareggiato o infranto il proprio record nazionale di caldo nel corso del 2021: Oman, Emirati Arabi Uniti, Stati Uniti, Marocco, Turchia, Taiwan, Tunisia e Repubblica Dominicana. Soprattutto nel Medio Oriente e nel Nord Africa è stata un’estate rovente, come dimostrano i 49,6 gradi toccati il 10 luglio a Sidi Slimane, nell’entroterra del Marocco; i 50,3 dell’11 agosto a Qayrawan, patrimonio dell’umanità Unesco in Tunisia; i 51,8 del 6 giugno a Sweihan, nell’Emirato di Abu Dhabi; i 49,1 gradi centigradi del 20 luglio a Cizre, sulle sponde del fiume Tigri, in Turchia.

I cambiamenti climatici comportano non solo le ondate di caldo, ma anche l’intensificarsi degli eventi meteorologici estremi. Come le tempeste di neve che a febbraio 2021 hanno paralizzato il Texas, lasciando senza elettricità oltre due milioni e mezzo di famiglie e costringendo le fabbriche a chiudere.

Oppure le precipitazioni torrenziali che hanno colpito la Cina in quello che – testimonia l’Amministrazione meteorologica cinese – è stato il suo anno più caldo di sempre. Nel mese di luglio, nella provincia dello Henan, è caduta in tre giorni la quantità di pioggia che usualmente ci si aspetta nel corso di un anno intero. Centinaia di persone hanno perso la vita, case e coltivazioni sono state distrutte e, a sei mesi di distanza, le operazioni di bonifica e riparazione dei danni sono ancora in corso.


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