Ecco la speciale classifica dei prodotti che hanno avuto i rincari più sensibili. Svettano gli olii ed i vegetali freschi.
È ormai un po’ di tempo che si parla di rincari, aumento del costo della spesa e vita che in generale ha visto aumentare il prezzo finale di molti beni e servizi. Ci sono, come abbiamo visto, motivazioni geopolitiche e locale, dall’aumento del costo delle materie prime, il rincaro energetico, la rinnovata domanda di beni e servizi della Cina.
Sono stati recentemente elaborati, a cura dell’Unione Nazionale Consumatori, i dati Istat per stilare la classifica dei prodotti che stanno registrando i maggiori rincari. E così scopriamo che a lievitare nel mese di gennaio non sono solo luce, gas e benzina, ma anche burro e pasta.
In testa alla top 20 dei prodotti alimentari, gli olii diversi da quello di oliva, che costano il 19,9% in più rispetto a un anno fa. Al secondo posto troviamo i vegetali freschi, diversi dalle patate, con +13,5%. Sul gradino più basso del podio il burro, che vola del 10,8%. Al quarto pasto il prodotto simbolo della cucina italiana, la pasta, che svetta del 10%. Seguono i Frutti di mare freschi o refrigerati con un incremento dell’8,4%, in sesta posizione la Farina con +6,7%, poi la Frutta fresca o refrigerata (+5,5%), il Pesce fresco o refrigerato (+5,1%), la Margarina (+4,9%) e in decima i Succhi di frutta (+4,8%).
I vegetali non si salvano nemmeno se sono surgelati e si collocano in undicesima posizione con +4,3%. La carne più rincarata è quella ovina e caprina (+4,2%), che batte quella macinata, wurstel, salsicce (al 16° posto con +3,6%), il Coniglio e la carne equina (+3,4%) e il pollame (18° con +3,2%). Salgono, ma meno della media dei prodotti alimentari, ferma a +4%, anche l’olio di oliva, al 14° posto con +3,9%, il latte conservato (+3,7%), il pane e lo zucchero (entrambi a +3,6%). Chiudono la top 20 patate (+3,2%), acque minerali (+3%) e riso (+2,9%).
Ma ci sono anche alcune buone notizie. Nessuna speculazione sul caffè, che segna un aumento del 2%, la metà rispetto alla media dei prodotti alimentari. Bene anche il latte fresco intero (+1,1%).
Il trend tuttavia dipende dall’inflazione, giunta al 4,8%; un record che non si registrava dall’aprile del 1996. La responsabilità è dei beni energetici, luce, gas e benzina, senza i quali oggi l’inflazione di gennaio sarebbe pari solo all’1,8%, quasi 2,7 volte meno, secondo l’associazione dei consumatori. Oltre gli effetti diretti, il caro energia e carburanti determina anche rincari indiretti per via dei maggiori costi di produzione e di trasporto. Anche per questo i prodotti alimentari hanno segnato un’impennata dal +2,8% di dicembre al 4% di gennaio.
“Considerando sia i prodotti alimentari che le bevande analcoliche, l’inflazione di questa divisione, pari a +3,8%, si traduce, per una coppia con due figli, in un aumento del costo della vita pari a 284 euro su base annua, per una coppia con 1 figlio l’aggravio di spesa è pari a 256 euro, in media per una famiglia la batosta annua è di 212 euro”, le parole di Massimiliano Dona dell’Unc.