Nuova manifestazione di cittadini esasperati dagli effetti dell’overtourism. Con il turismo di massa aumentano gli affitti e la carenza di case

È un malcontento che cresce, giorno dopo giorno, ma è davvero complicato dare risposte sensate. L’overtourism è un fenomeno di turismodi massa irrefrenabile che, se da una parte produce ricchezza e benessere, dall’altra esaspera i cittadini che vedono le proprie vite modificarsi, in peggio. Sabato scorso, a Barcellona, sono scese in piazza circa 3mila persone per manifestare ancora una volta la loro contrarietà verso questa forma di turismo così invasiva e incontrollata.

Cittadini in piazza, che cosa vogliano

Alla manifestazione hanno partecipato più di 140 entità cittadine, ambientalisti, movimenti in difesa della casa e sindacati che chiedono un cambio di rotta in materia di turismo. Quello che emerge chiaramente è la preoccupazione. A fine aprile erano stati gli abitanti delle isole Canarie, in 50mila, a mobilitarsi per dire no agli oltre 14 milioni di turisti che in un solo anno hanno invaso casa loro. Recentemente anche a Malaga e a Cadice si è alzata la voce per ribadire come gli effetti negativi del turismo siano sempre più evidenti.

Oggi, i barcellonesi denunciano di fatto la loro espulsione dalla città dovuta principalmente all’aumento dei prezzi delle case e la spersonalizzazione dei quartieri causati dall’overtourism. Forse quella di sabato non è stata una manifestazione delle più imponenti, ma è stata capace di fare rumore. Ci sono stati dei momenti di tensione quando i cittadini si sono rivolti contro i turisti usando delle pistole ad acqua. Questo, probabilmente, più di tutto crea conflitto: la dicotomia tra il piacere di chi si reca in un paese straniero per diletto e piacere e l’assoluta inconsapevolezza che il proprio benessere genera disservizi e reali problemi quotidiani a chi vive ogni giorno quelle che per molti sono solo mete turistiche e non “casa”.

L’overtourism a Barcellona

Quando però si leggono i numeri del fenomeno, non è difficile comprendere che la situazione sta sfuggendo di mano: nel 2019 sono stati 17,3 milioni i visitatori che hanno pernottano a Barcellona e altri 10,5 milioni appena fuori città, ma che hanno trascorso la giornata per le strade della capitale catalana. E l‘anno in corso si annuncia come quello dei record con cifre ancora crescenti. Che fare? L’amministrazione sta provando a introdurre misure che frenino l’assalto, ma sembrano troppo deboli: per esempio l’aumento della tassa turistica sino a 7,50 euro pro capite e un tetto al numero di appartamenti adibiti a uso turistico. Un fenomeno che potremmo riscontrare anche a Roma, a Firenze o Venezia, ad esempio. Ma l’Italia, in termini di proteste sociali, arriva sempre dopo.

I numeri del conflitto

D’altra parte, lo stesso sindaco Jaume Collboni e la sua giunta non possono anche ricordare che il comparto turistico contribuisce al 14 per cento del Pil della città e garantisce oltre 150mila posti di lavoro. Come rinunciarvi?

È vero che dopo la pandemia il turismo è cambiato. La Spagna è sicuramente uno dei paesi che più soffrono in Europa il nuovo modo di intendere il viaggio. Urge un confronto serio, allargato ai paesi europei interessati e coinvolti per trovare soluzioni condivise.


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