La pubblicazione da parte della Regione Emilia Romagna delle “Linee guida per l’offerta di alimenti e bevande salutari nelle scuole”, aveva scatenato un putiferio in quanto escludeva la mortadella dagli alimenti per le mense dei bambini.

La pubblicazione da parte della Regione Emilia Romagna delle “Linee guida per l’offerta di alimenti e bevande salutari nelle scuole“, aveva scatenato un putiferio in quanto escludeva la mortadella dagli alimenti per le mense dei bambini.

Un vero e proprio trauma cittadino e Bologna ha infatti rischiato di bloccarsi per difendere la sua mortadella dopo l’affronto fatto dalla Regione Emilia Romagna con l’adozione della delibera della Giunta di Errani, che indica quali prodotti sono consigliati da utilizzare nelle mense scolastiche penalizzando la mortadella, salame, piadina e pasta all’uovo, tutti prodotti della tradizione emiliano-romagnola.

In realtà il provvedimento regionale, inserisce nelle categoria alimentare da evitare o da usare con moderazione gli insaccati nelle mense dei bambini. Una delibera, che agli occhi degli emiliani, è suonata invece come una vera e propria messa al bando della mortadella e dei i cibi considerati più calorici. Una decisione che è stata sufficiente a scatenare la sollevazione, contro la Regione, da parte dell’intera filiera di produttori e commercianti della mortadella: dagli agricoltori ai macellai; dai cuochi ai ristoratori; dai panificatori alle sfogline.

Tutti a dire che “la mortadella non fa male”e che, anzi, e’ uno degli insaccati “con minor presenza di grasso”. Di fronte alle pressioni delle categorie, la Regione e’ dunque dovuta correre ai ripari. Gli assessori alla Sanita’ e all’Agricoltura, Carlo Lusenti e Tiberio Rabboni, in un comunicato hanno infatti tenuto a precisare che “le linee guida regionali costituiscono un indirizzo e non un obbligo” e che sulla mortadella e’ stato fatto “molto rumore per nulla”, perché la delibera “non la sconsiglia affatto”.

La Regione rivendica però lo spirito delle linee guida, il cui obiettivo era di “suggerire la moderazione nelle quantità e la corretta informazione sulle proprietà degli alimenti”. In altre parole, spiegano gli assessori, “conciliare l’educazione al consumo dei prodotti tipici e tradizionali dell’Emilia-Romagna con la corretta ed equilibrata alimentazione”.