Riconoscimenti della razza grazie al Dna e all’intelligenza artificiale. Il progetto è coordinato da Fai e finanziato dal Ministero dell’Agricoltura
Come molte altre specie, anche vegetali, l’ape italiana è stata soggetta, nel corso del tempo, ad un processo di evoluzione e variabilità genetica che ha mutato l’identità e il comportamento delle colonie di api nostrane. La certificazione della sottospecie di appartenenza, oltre che essere monitorata, va registrata alla Banca dati dell’Anagrafe Apistica Nazionale, gestita dal Ministero della Salute. Nasce così, grazie al coordinamento della Federazione Apicoltori Italiani (Fai), la “Filiera dell’Ape Italiana”, un progetto finanziato dal Ministero dell’Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste.
Il progetto mira ad individuare le aree in cui il patrimonio genetico dell’ape italiana è ancora integro e a introdurre valori standard per il suo riconoscimento e buone pratiche per il suo miglioramento. In tal modo sarà possibile valorizzare un patrimonio di interesse collettivo che oggi conta circa due milioni di colonie.
La genetica delle api è questione seria, al punto che i sistemi di riconoscimento razziale che un tempo erano affidati ad un operatore umano chiamato a descrivere particolari caratteristiche morfo-metriche delle api, vengono oggi affidati ai marcatori molecolari del Dna e all’intelligenza artificiale: sistemi innovativi, veloci e precisi, cui la “Filiera dell’Ape Italiana” sta già facendo ricorso per la necessaria azione di tutela del nostro patrimonio apistico nazionale.