Secondo l’Eurobarometro della Commissione Ue la maggioranza di cittadini europei (84%) e italiani (88%) desidera che gli animali allevati a scopo alimentare siano maggiormente tutelati. Focus sul mondo della moda.

Il World Vegan Day è anche quest’anno un’occasione per riflettere sull’importanza di scelte critiche e consapevoli a tavola, ma non solo. Negli allevamenti intensivi, gli animali sono purtroppo vittime di abusi e maltrattamenti. Smettere di consumarli significa opporsi al sistema di sfruttamento estremo e crudele che li opprime. Come rivela l’Eurobarometro, la maggioranza dei cittadini europei vuole che il benessere degli animali allevati a scopo alimentare sia maggiore. In particolare, il 94% degli europei e il 93% degli italiani ritiene che gli animali abbiano bisogno di un ambiente adatto alle loro esigenze fondamentali. L’89% dei cittadini europei e il 91% di quelli italiani è favorevole al divieto dell’allevamento di animali in gabbie singole.

Vegan&Fashion

“Eppure – ricorda Animal Equality Italia – finora la Commissione europea ha disatteso le aspettative dei suoi cittadini, non pubblicando la proposta di revisione della normativa sul benessere animale attesa entro la fine del 2023, che avrebbe potuto rendere il sistema alimentare europeo più equo, sano e sostenibile”.

Il veganesimo oggi travalica il cibo e si espande anche in altri settori, segno della trasversalità della proposta cruelty – free. Dal lusso ai produttori di nicchia, i marchi fashion, aziende multimiliardarie che producono scarpe, borse, occhiali, capispalla, fanno ora del benessere animale un vessillo. Ma il fashion può davvero produrre in maniera così sostenibile?

La risposta, secondo i marchi pionieri del lusso, è sì. Si pensa subito a Stella McCartney, pioniera nel campo con i suoi abiti e accessori prodotti con tecnologie e materiali all’avanguardia. Ma anche alla Vegan fashion week, tenutasi a inizio a ottobre a Los Angeles, e all’ultima campagna di Gucci con Billie Eilish, che vede protagonista Demetra, un’alternativa animal free alla pelle derivata al 75% dalle piante.

Se le ultime vegan news in fatto di lusso orientano il mercato, sono soprattutto i piccoli produttori a indirizzare lo shopping di chi è alla ricerca di accessori e capi d’abbigliamento più consapevoli. Marchi di nicchia che diventano must-have per chi compra basandosi soprattutto sull’etichetta della composizione, piuttosto che sull’altisonanza della label.

Le sneakers vegan ispirate agli anni ’80

Ma si può optare per una scelta vegana anche restando sul terreno meno insidioso delle sneakers, almeno stando a Saye, the most organic sneakers per definizione. Gomma riciclata, pellami bio-based che spaziano dalle pannocchie al bambù, dal cactus alla mela, e il materiale Seaqual® ricavato dagli scarti degli oceani sono alla base di queste scarpe da ginnastica minimal dal sapore anni ’80. Un’alternativa meno vista per le amanti delle Veja: prodotte in Europa, ecologiche, naturali al 100% (e per ogni paio venduto, il brand pianta due alberi).


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