Le norme di sicurezza degli impianti nucleari in Europa sono generalmente di alto livello ma si raccomandano ulteriori miglioramenti per quanto riguarda gli aspetti relativi alla sicurezza di quasi tutte le centrali nucleari europee.
Tuttavia le autorità nazionali di sicurezza sono giunte alla conclusione che non si giustificano chiusure di centrali nucleari. È questo il contenuto sostanziale della comunicazione della Commissione europea sui risultati dei test di resistenza (stress test) degli impianti nucleari. Dai suddetti test è emerso che non tutte le norme promosse dall’Agenzia internazionale per l’energia atomica (AIEA) e non tutte le migliori pratiche internazionali vengono applicate negli Stati membri. La Commissione intende seguire da vicino l’attuazione delle sue raccomandazioni e contemporaneamente promuovere misure legislative dirette a rafforzare ulteriormente la sicurezza nucleare in Europa.
In seguito all’incidente di Fukushima nel marzo del 2011 il Consiglio europeo aveva chiesto che si effettuassero delle valutazioni approfondite e trasparenti in materia di rischi e sicurezza di tutte le centrali nucleari europee. Il principale obiettivo dei testi di resistenza consisteva nel valutare la sicurezza e la robustezza degli impianti delle centrali nucleari in caso di eventi naturali estremi, in particolare inondazioni e terremoti. Entrambi gli scenari sono stati valutati simultaneamente.
Sono stati inclusi anche gli incidenti aerei nella misura in cui hanno gli stessi effetti degli tsunami e dei terremoti, cioè l’interruzione del normale funzionamento degli impianti di sicurezza e raffreddamento. I test di resistenza si sono svolti in tre fasi. Nella prima fase gli esercenti delle centrali nucleari hanno effettuato un’autovalutazione, nella seconda fase le autorità di regolamentazione hanno esaminato queste autovalutazioni e hanno preparato delle relazioni nazionali.
Nella terza fase, queste relazioni sono state analizzate da équipe multinazionali nel quadro di una procedura di “peer review“, organizzata dall’ENSREG. Inoltre, queste équipe hanno visitato dei siti di centrali nucleari. 17 paesi hanno partecipato pienamente ai test di resistenza (tutti i 14 paesi dell’UE con centrali nucleari attive, la Lituania con una centrale in fase di disattivazione, più l’Ucraina e la Svizzera).
Oltre a raccomandare una serie di miglioramenti tecnici specifici agli impianti, i test di resistenza hanno dimostrato che le norme e le pratiche internazionali non vengono applicate dappertutto.
È necessario inoltre tener conto degli insegnamenti di Fukushima che riguardano in particolare:
• Terremoto e rischio di inondazioni. Le norme attuali sul calcolo dei rischi non vengono applicate in -rispettivamente – 54 (per il rischio di terremoti) e 62 reattori (per il rischio di inondazioni) sui 145 controllati. Il calcolo del rischio dovrebbe basarsi su un arco temporale di 10 000 anni anziché sui periodi di tempo molto più brevi che vengono talvolta utilizzati.
• Ogni centrale nucleare dovrebbero disporre di strumenti sismici in situ per misurare e dare l’allarme in caso di terremoto. Tali strumenti andrebbero installati o migliorati in 121 reattori.
• Dovrebbero essere presenti sistemi di ventilazione con filtro dell’involucro di contenimento per permettere la depressurizzazione sicura del contenitore del reattore in caso di incidente. 32 reattori non sono ancora dotati di questi sistemi.
• Anche in caso di devastazione generale le attrezzature per far fronte a gravi incidenti dovrebbero essere conservate in luoghi protetti dove potrebbero essere rapidamente recuperate. Ciò non avviene nel caso di 81 reattori nell’UE.
• Dovrebbe essere disponibile un secondo locale di controllo di emergenza qualora la stanza di controllo principale sia inagibile in caso di incidente. Questi non sono disponibili in 24 reattori. Le autorità di regolamentazione nazionali dovranno predisporre dei piani di azione nazionali con i relativi calendari di attuazione e renderli disponibili entro la fine del 2012.
Tali piani di azione saranno soggetti a esami inter pares (peer review) all’inizio del 2013, per verificare che le raccomandazioni elaborate a seguito dei test di resistenza siano attuate in modo coerente e trasparente in tutta Europa. La Commissione intende riferire sull’attuazione delle suddette raccomandazioni nel giugno del 2014, in piena collaborazione con le autorità di regolamentazione nazionali.
Oltre alle specifiche constatazioni tecniche e alle raccomandazioni, la Commissione ha riesaminato l’attuale quadro normativo europeo in materia di sicurezza nucleare e ai primi del 2013 intende presentare una revisione dell’attuale direttiva sulla sicurezza nucleare. Gli emendamenti proposti si incentreranno sui requisiti di sicurezza, sul ruolo e i poteri delle autorità di regolamentazione nucleari, sulla trasparenza nonché sull’attività di monitoraggio.
A ciò faranno seguito ulteriori proposte sugli aspetti relativi all’assicurazione e alla responsabilità in materia nucleare e sui massimi livelli consentiti di contaminazione radioattiva negli alimenti e nei mangimi. Il processo dei test di resistenza ha inoltre evidenziato la necessità di ulteriori interventi sulla sicurezza nucleare (prevenzione di atti ostili), dove la responsabilità principale incombe agli Stati membri.