A rischio occupazione le aziende agricole in Emilia-Romagna a causa della recrudescenza della batteriosi del kiwi, un’infezione che mette a rischio 4.000 ettari di frutteti (di cui il 70% prodotto nella sola provincia di Ravenna, con il territorio faentino a fare da capofila) per una produzione di oltre 80 milioni di chilogrammi, con un valore al consumo di oltre 120 milioni di euro.
Allarme in riferimento alla grave batteriosi che gia’ dallo scorso anno ha colpito il kiwi in regione come nel resto d’Italia e in Europa. La tanta pioggia di questa primavera ha reso la lotta contro questa malattia ancora piu’ difficile in quanto il batterio ha trovato le condizioni favorevoli per diffondersi. E cosi’, “mentre le piante collassano e muoiono (circa 200 ettari colpiti fino ad oggi), gli agricoltori sono impotenti in quanto la ricerca non ha ancora trovato un rimedio efficace per questa malattia che attacca solo le piante, ma non i frutti”, si legge in una nota dell’organizzazione agricola.
In questo momento, l’unico modo di contrastare l’epidemia, “e’ tenere attentamente monitorati gli impianti e di intervenire con prontezza ai primi sintomi, abbattendo e bruciando sul posto le piante infette. Una soluzione che ha ovviamente costi pesantissimi per le imprese agricole”.
Coldiretti, come gia’ lo scorso anno, ha sollecitato un intervento della Regione perche‘ non venga lasciata solo sulle spalle degli imprenditori agricoli la lotta contro “una vera calamita’ per l’agricoltura e l’economia emiliano-romagnola”. I rischi in questo 2013 si sono anche aggravati anche a causa della riduzione del 56% dei contributi previsti per le aziende agricole colpite nel 2012.
La Regione ha oggi promesso di aumentare le risorse stanziando complessivamente un milione di euro. “Ora- commenta Massimiliano Pederzoli, vice presidente Coldiretti Emilia-Romagna- si tratta di passare dalle promesse ai fatti, con indennizzi a tutti i produttori colpiti, senza che nessuno venga lasciato per strada perche’ ignorare anche solo un piccolo focolaio significa ridare spinta ad una malattia che puo’ far sparire una produzione importante della frutticoltura regionale”.