Ancora pochi giorni di raccolta sull’Etna e poi, anche in Sicilia, la vendemmia sarà conclusa. Si respira ottimismo tra i produttori. Sull’isola si è prodotto di meno, soprattutto ad ovest, ma la qualità delle uve portate in cantina è rilevante, un fattore che dovrebbe trasformarsi in un vantaggio competitivo da spendere sul mercato, soprattutto quello dell’export.
La vendemmia è iniziata in estate con la raccolte delle uve precoci per le basi spumante e si concluderà nei primi giorni di novembre con le uve di Nerello Mascalese, a quota 1000 metri sull’’Etna.
Le piogge che si sono protratte sino a inizio estate con temperature mediamente più fresche (in alcuni casi di 5 gradi in meno rispetto le medie stagionali registrate negli anni precedenti) hanno comportano maturazioni più prolungate in forza dell’andamento climatico più fresco rispetto al 2013 e anche al 2012. Il primo vitigno a essere vendemmiato è stato lo chardonnay nella prima decade di agosto. Poi è stata la volta delle uve a bacca bianca autoctone ( Inzolia, Catarratto, Grillo).
Minori le quantità rispetto al 2013; ci sarà una diminuzione di circa 20/25% per le uve a bacca bianca che daranno vita a vini più fruttati e freschi con maggiore acidità e meno alcolici. Per quello che concerne invece le uve a bacca rossa, il calo produttivo è stato più evidente. Questo dato non ha però influito sulla qualità delle uve, anzi le maturazioni sono state più lente determinando un ritardo di circa 10 giorni sull’epoca di raccolta.
Le temperature più miti senza picchi di caldo hanno consentito di portare in cantina uve perfettamente sane, equilibrate nella gradazione alcolica e ricche di quelle sostanze organolettiche che caratterizzano le principali varietà autoctone: Nero d’Avola, Frappato, Nerello Mascalese, Nerello Cappuccio. La raccolta in Sicilia sta per terminare e il caldo inatteso degli ultimi giorni sta accelerando la conclusione. L’area sud orientale è la zona in cui si registrano le punte d’eccellenza della campagna viticola dell’isola.