L’Italia sta lavorando per la messa a punto dei nuovi Programmi di sviluppo rurale (PSR) regionali.
A fronte di un primo via libera a 18 PSR europei (fra i quali la Rete rurale nazionale di Francia, Paesi Bassi, Baviera, Lettonia, Lituania, ma anche distretti del Portogallo, Fiandre, Estonia, Renania Settentrionale – Westfalia, Inghilterra) l’assessore all’agricoltura della Regione Lombardia Gianni Fava punta il dito sulle lungaggini della macchina burocratica.
“Mentre sempre più agricoltori europei potranno affrontare le crisi di mercato con gli strumenti messi a disposizione dall’UE, dagli Stati e dalle Regioni – ha avvisato l’assessore lombardo – inspiegabilmente l’Italia ha chiesto a Bruxelles di tenere ferme le autorizzazioni ai PSR fino al 15 maggio, con il rischio di perdere altri mesi, dopo che la programmazione è già slittata dal 2014 al 2015”.
Pronta la risposta del Ministero delle Politiche agricole arrivata attraverso la Agenzia Agricolae: “Se il programma della Lombardia non è stato ancora approvato è perché la Commissione UE ha presentato osservazioni alle quali la Regione deve dar seguito in maniera puntuale per poter arrivare all’approvazione tempestiva, come meritano allevatori e agricoltori locali. E’ bene ricordare che il Ministero, in questa fase di negoziato diretto tra Regioni e Commissione, non ha alcun potere di autorizzazione. Non si attenderà l’approvazione comunitaria dei programmi, visto che potrà avvenire solo quando le Regioni avranno completato la riscrittura delle varie misure richiesta da Bruxelles. La soluzione tecnica è stata già individuata con le Regioni dal Ministero per evitare ulteriori ritardi, come la stessa Lombardia sa bene. Meglio quindi sarebbe se l’assessore Fava si concentrasse sulle cose da fare. Le imprese agricole chiedono risposte concrete, non inutili palleggiamenti di responsabilità”.