Lo zucchero sale del 54%, il riso sfiora il +40% mentre il latte supera +30%.
Ancora aumenti record, che non sembrano giustificati né dal caro-bollette, né dalle quotazioni delle materie prime, per alcuni prodotti alimentari. La denuncia giunge direttamente da Assoutenti, che ha elaborato gli ultimi dati Istat relativi all’inflazione del comparto alimentare.
“Ad aprile la crescita dei prezzi per alimenti e bevande analcoliche si attesta al +12,1% su anno, contro il +13,2% fatto registrare a marzo – le conclusioni di Assoutenti – Se però si analizza voce per voce l’andamento dei vari beni, si scopre che per alcuni prodotti i rincari continuano a segnare record preoccupanti”.
L’aumento più forte riguarda lo zucchero che, rispetto al 2022, sale del +54%, seguito dal riso (+39,7%) e dal latte conservato (+30,5%). Formaggi freschi e latticini aumentano, complessivamente, del +25% (+27,2% i prezzi dei formaggi fusi, +20,5% il latte fresco parzialmente scremato, +19,9% lo yogurt, +19,8% il burro), mentre l’olio d’oliva rincara del 26,1%. Il Pane confezionato sale del 22,4%, i gelati del 22,1%, la margarina del 21,8%, +17% le uova. Rallenta la sua corsa la pasta (+16,1%) – evidenzia ancora l’Assoutenti.
Nel settore dell’ortofrutta, per le patate in spende il 21,2% in più rispetto allo scorso anno, l’insalata costa il 12,9% in più, i cavoli il 12,3% in più, mentre le arance rincarano del +11,5% (+9,2% le banane, +8,6% i pomodori).
“I pesanti rincari nel comparto di cibi e bevande portano oggi una famiglia con due figli ad un aggravio di spesa pari a +930 euro annui solo per cibi e bevande, e stanno modificando profondamente le abitudini degli italiani che da un lato comprano sempre meno, dall’altro cercano di tagliare la spesa riversandosi nei discount”, la conclusione dell’organizzazione.