Le rondini non rappresentano più il segnale dell’arrivo della primavera per il semplice motivo che non trovano l’ambiente favorevole ad accoglierle.

Occorre quindi creare condizioni per favorire il loro ritorno come ad esempio prati stabili per almeno cinque anni. Per favorire il ritorno delle rondini sempre più minacciate dall’inquinamento e dalle attività umane è stato quindi promosso un piano di attività che gli agricoltori possono porre in atto con il contributo pubblico.

Tutto ciò lo prevede un bando, in scadenza il prossimo 30 marzo, pubblicato sul sito Parcoaddasud.it, nell’ambito del progetto sulla rondine avviato nel 2010 e coordinato dall’Università di Milano in collaborazione con l’Università Bicocca, la LIPU-BirdLife Italia e il Parco Adda Sud.

Gli agricoltori che abbracceranno tale iniziativa potranno accedere ad un incentivo economico pari a 400 euro a ettaro. Un bonus aggiuntivo verrà poi assegnato a quelle aziende che già possiedono, al proprio interno, prati nei quali la rondine va abitualmente a caccia di insetti. Scopo del bando è quello di aumentare le superfici a prato la cui presenza, vicino alle aree di nidificazione della rondine, aumenta la disponibilità di insetti utili per l’alimentazione dei pulcini. Le rondini hanno bisogno di prati in cui cacciare gli insetti- l’aumento di prati stabili può inoltre compensare la riduzione degli allevamenti, soprattutto di bovini, che fino a un passato recente assicuravano la disponibilità di insetti alle rondini.

Oltre ai prati e all’allevamento, anche la presenza di manufatti rurali (fienili e stalle aperti) favorisce il ritorno e la nidificazione di questa e di altre specie di uccelli. Si punta a tutelare questi importanti habitat su scala europea. I prati stabili sono una tipologia di habitat tra i più importanti d’Italia e d’Europa e vengono protetti dalla direttiva comunitaria “Habitat” in quanto preziosi nella tutela della biodiversità e utilissimi, come serbatoi di carbonio, anche nella lotta al cambiamento climatico.

La recente proposta avanzata della Commissione europea sulla Politica Agricola Comune (Pac) include un pacchetto di misure “verdi”, denominate “greening” che rappresentano sino al 30% del budget del Primo pilastro.

La protezione dei prati stabili al fine di salvaguardare la biodiversità che essi ospitano e di impedire la liberazione del carbonio che immagazzinano è una delle tre componenti fondamentali del “greening”, a testimonianza della necessità di tutelare questi importanti habitat su scala europea, sempre più rari nei nostri paesaggi agricoli.