Conseguita l’intesa sul nuovo Fondo europeo per gli affari marittimi e la pesca (FEAMP), per un ammontare complessivo pari a 978 milioni di euro, di cui 537,2 milioni di euro di quota comunitaria e 440,8 milioni di euro di quota nazionale.
Le priorità del FEAMP sono la promozione della pesca e dell’acquacoltura sostenibili sotto il profilo ambientale, efficienti in termini di risorse, innovative e competitive, la promozione della Politica comune della pesca (PCP), l’aumento dell’occupazione e la coesione territoriale, favorire la commercializzazione e la trasformazione, favorire l’attuazione della politica marittima integrata.
“Dobbiamo utilizzare i fondi che abbiamo a disposizione per sostenere un settore strategico come quello della pesca e dell’acquacoltura che dà lavoro a 30mila persone. Il nostro obiettivo principale rimane – commenta il Ministro Maurizio Martina – quello di tutelare il reddito dei pescatori italiani, continuando nel percorso che abbiamo intrapreso in questi due anni per ridare futuro a tutta la filiera ittica nazionale puntando in particolare su sostenibilità e innovazione. Dobbiamo garantire un’attuazione efficace del Fondo e coniugare crescita e sviluppo con il rispetto della biodiversità e dell’integrità della risorsa mare e per farlo abbiamo bisogno del contributo di tutti i soggetti coinvolti in questa sfida”.
Il risultato finale costituisce un importante punto di arrivo di un percorso in cui le peculiarità territoriali della pesca italiana sono state rispettate e valorizzate. Ora prende avvio la fase in cui occorre partire dalle esperienze delle programmazioni passate e dare una sferzata al sistema, perché l’efficacia che l’Europa confida che il Feamp porti con se’, giunga davvero ai pescatori italiani.
Per il vice miistro Castiglione, “Diviene indispensabile la sinergia con le Regioni per evitare assolutamente che ritardi e la mancanza di efficienza e di qualità della spesa possano ripetersi. Puntiamo da oggi a massimizzare questo Piano da 1 miliardo di euro per la pesca italiana. Sono convinto che il mare sia una risorsa speciale da cui poter ripartire per rilanciare il nostro mercato ittico, le nostre tradizioni, la nostra gastronomia, il futuro dei giovani pescatori”.