I dati Istat sulle superfici investite a nocciolo in Italia evidenziano come tra il 2010 ed il 2015 ci sia stato un incremento dell’1,5% degli investimenti e del 2% della superficie in produzione.
A livello nazionale, nel 2015 si contano 71.520 ettari coltivati a nocciolo, di cui 68.600 in produzione. I maggiori incrementi sono stati registrati in Piemonte, soprattutto nelle province di Cuneo (+2.875 ettari rispetto al 2010). La Campania conferma il primato della superficie investita, con 20mila ettari in produzione concentrati principalmente nelle province di Avellino e Napoli. In queste due province però il confronto con il 2010 evidenzia una flessione degli investimenti, rispettivamente del 22 e del 7%.
Il Lazio ha quasi raggiunto la Campania con una superficie corilicola di 19.515 ettari ed un incremento del 3% rispetto al 2010. La produzione laziale è dislocata quasi interamente nella provincia di Viterbo. La Sicilia chiude la graduatoria delle regioni corilicole italiane con 12.430 ettari localizzati per lo più nella provincia di Messina.
La produzione di nocciole è fortemente soggetta all’andamento climatico. Periodi molto piovosi in fase di fioritura, che avviene tra fine dicembre e febbraio, gelate invernali particolarmente severe, ritorno di freddo in primavera, estati siccitose o al contrario eccessivamente piovose sono tutti fattori che determinano un calo della produzione e della resa in sgusciato.
I dati Istat relativi alla produzione raccolta nel periodo 2010-2015 confermano la forte variabilità della produzione italiana che nel periodo in esame è oscillata dai 75,5 milioni di kg del 2014 ai 129 milioni di kg del 2011 di prodotto in guscio. In media 107 milioni di kg all’anno. In termini di produzione raccolta, il Lazio, che vanta una migliore resa per ettaro, ha recentemente scavalcato la Campania. A seguire si piazzano il Piemonte e la Sicilia.