Il lockdown ci lascerà probabilmente tutti più grassi, ma con gusto C’è una spiegazione: e’ aumentato il consumo di alimenti sani segnando un cambiamento sulle nostre scelte e sui nostri comportamenti.  Salito il consumo di verdura ( il 33%), frutta (il 29%), legumi (il 26,5%), acqua (il 22%), olio extravergine d’oliva (il 21,5%).

Parallelamente, il 44,5% ha ammesso di aver mangiato più dolci e il 16% di aver bevuto più vino. Il periodo è stato, inoltre, l’occasione per sperimentare nuovi cibi (40%) e nuove ricette (31%), migliorando le proprie abitudini alimentari (24%) e maturando abitudini ecosostenibili (fare la raccolta differenziata 86%, conservare e consumare alcuni alimenti acquistati in eccesso 83%, oppure mangiare tutto.

Lo rileva Oersa (Osservatorio sulle Eccedenze, sui Recuperi e sugli Sprechi Alimentari) e il Crea Alimenti e Nutrizione che hanno condotto un’indagine nazionale, mediante un questionario appositamente messo a punto, con l’intento di documentare ed analizzare i mutamenti intercorsi nell’alimentazione quotidiana durante la quarantena. Un’indagine sociologica ma anche legata ai consumi e alla salute, figlia di un’esperienza unica nel suo genere.

La fascia di età più rappresentata è quella di 30-49 (38,6%) e 50-69 (36%) anni. I giovani tra i 18 e i 29 anni sono il 24%.  Gli intervistati sono caratterizzati da un elevato livello di istruzione – il 68%  è laureato e il 28,5% diplomato – e da una scarsa aderenza alla dieta mediterranea per il 60%.

Dall’indagine emerge inoltre che il 44% degli intervistati è aumentato di peso per il maggiore apporto calorico, correlato ad una minore attività fisica, che ha riguardato il 53% del campione. Dato che viene confermato dall’esigenza di mettersi a dieta, espressa in oltre il 37% dei casi.