La pandemia si è rivelata un ottimo affare per i dieci miliardari più ricchi del mondo. L’ong Oxfam ha pubblicato un report davvero choccante
La pandemia sta distruggendo certezze, attaccando popolazioni e chiedendo un certo tributo di vittime. Ma per qualcuno è anche un periodo florido. Non per i 163 milioni di persone sprofondate al di sotto della soglia di povertà, che hanno iniziato a vivere con meno di 5,50 dollari al giorno. Invece la sorte ha sorriso a quelle 565 che sono entrate a far parte del club dei miliardari tra marzo 2020 e novembre 2021, a un ritmo di 26 al giorno.
Nel novembre 2021 nel mondo c’erano 2.660 miliardari; i 49 italiani (erano 36 fino alla vigilia della pandemia) si spartiscono 185 miliardi di euro. Sono soltanto alcuni dei dati con cui la ong Oxfam denuncia la “Pandemia della disuguaglianza”, proprio mentre si aprono i lavori – soltanto in diretta streaming – del Forum economico mondiale di Davos 2022.
La pandemia si è rivelata un ottimo affare per i dieci miliardari più ricchi del mondo censiti dalla rivista Forbes. Il loro patrimonio risulta più che raddoppiato in termini reali, sfondando il valore aggregato di 1.500 miliardi di dollari. Possiedono oltre sei volte lo stock di ricchezza netta del 40 per cento più povero della popolazione globale adulta. Sarebbero liberi di sperperare un milione di dollari al giorno, perché anche a questo ritmo ci metterebbero 414 anni a esaurire il loro patrimonio.
Ma chi prevale? Il numero uno assoluto, con una ricchezza netta di 177 miliardi di dollari, è sempre il patron di Amazon, Jeff Bezos. Nell’arco degli ultimi 21 mesi il suo surplus patrimoniale è stato di 81,5 miliardi di dollari: è solo un dao numerico ma si pensa che basterebbe a pagare l’intero ciclo di vaccinazione anti-Covid, con due dosi e un booster di Pfizer, a ognuno dei 7,8 miliardi di abitanti del pianeta.
Anche se con l’avvento della pandemia le banche centrali hanno iniettato liquidità in un sistema economico molto provato, “gran parte di queste risorse sono finite nelle tasche dei miliardari che cavalcano il boom del mercato azionario”, secondo Gabriela Bucher, direttrice di Oxfam International, che a Lifegate ha rilasciato queste parole: “alcuni settori hanno beneficiato della crisi con conseguenze avverse per troppi, come nel caso del settore farmaceutico, fondamentale nella lotta alla pandemia, ma succube alla logica del profitto e restio alla sospensione temporanea dei brevetti e alla condivisione di know how e tecnologie necessarie per aumentare la produzione di vaccini Covid e salvare vite anche nei contesti più vulnerabili del pianeta”. Così, a un anno dall’inizio della campagna vaccinale, l’80 per cento delle dosi è stato destinato ai paesi del G20 e solo l’1 per cento agli abitanti dei paesi a basso reddito.
L’impatto delle diseguaglianze
Sempre Lifegate riporta che ogni quattro secondi, una persona muore perché non ha accesso alle cure mediche, perché è esposta all’impatto dei cambiamenti climatici, per fame o perché ha subito violenza di genere. Tutti fenomeni sui quali le disuguaglianze hanno un peso tangibile. Negli Stati Uniti, i nativi americani, i latini e i neri hanno avuto da due a tre volte più probabilità dei bianchi di morire di Covid-19. L’aspettativa di vita dei neri e dei latino americani è crollata rispettivamente di 2,9 e 3 anni, quella dei bianchi di 1,2 anni.